E’ il 1° novembre 1962. Esce in edicola un nuovo fumetto dal titolo Il re del terrore. Il protagonista, Diabolik, è un ladro crudele e un avventuriero, che non esita a commettere crimini efferati pur di portare a termine colpi milionari. A crearlo sono Angela e Luciana Giussani, due “signorine di buona famiglia” che mostrano da subito un temperamento indipendente staccandosi dal modello femminile dominante di quegli anni.
Le sorelle Diabolike è in scena alla sala Cavallerizza del Teatro Litta di Milano fino al 15 maggio. Lo spettacolo, a cura di Valeria Cavalli, è dedicato a Filippo Crivelli, ed è interpretato da Monica Faggiani e Valentina Ferrari, accompagnate al canto e alla chitarra da Lorenzo Castelluccio e al pianoforte e alle tastiere da Carlo Zerri.
Intervista a Valentina Ferrari
Perché le sorelle Giussani si staccavano dal modello femminile dominante di quegli anni?
Perché lo incarnavano, nel senso che erano belle, borghesi, brillanti, intelligenti ma avevano un’idea di indipendenza e di autonomia che non si confaceva alla loro provenienza. Avrebbero dovuto essere delle brave signorine di buona famiglia, ma a un certo punto decidono di fare una scelta completamente diversa e quindi di darsi al fumetto che non era proprio in linea con l’epoca.
Volevano lanciare una sfida agli uomini?
Probabilmente in un certo senso sì, ma in realtà è una sfida con loro stesse. Il bello delle sorelle Giussani è che la loro creatività le porta a cercare qualcosa di nuovo ma non per misurarsi veramente con qualcuno, quanto per trovare qualcosa di innovativo, che sfondi e che ottenga un grande risultato. Diciamo quindi che è un misurarsi con loro stesse che le rende ancora più originali, secondo me.
Come intervenne la censura contro di loro?
Malissimo, nel senso che il segno del successo delle Giussani fu determinato proprio dal fatto che furono censurate a più riprese. Subirono vari processi. Il più grande si concluse nel 1969, ma andarono sul banco degli imputati per qualunque cosa, anche per una donna disegnata in costume da bagno su una copertina di Diabolik. Quindi intervenne in tutti i modi.
Quali erano le campagne sociali di cui i protagonisti dei loro fumetti si resero testimoni?
Tantissime. Iniziarono con il divorzio. Le sorelle Giussani cominciarono a parlare direttamente con il pubblico dalla seconda di copertina. La cosa bella è che in tante campagne, a cominciare dal divorzio, parteciparono e cercarono di sensibilizzare il pubblico contro l’abrogazione della legge ma a favore delle donne, dell’emancipazione, contro la discriminazione e il bullismo. Ne hanno veramente fatte tantissime, sempre dalla seconda di copertina o rendendo i propri protagonisti, sia Diabolik che Eva Kant, testimonial di alcune campagne.
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione
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