ROSALIND FRANKLIN, LA SCIENZIATA CHE CAMBIO’ IL MONDO

Foto di Bepi Caroli

Il nostro patrimonio genetico

Rosalind Franklin fu una donna che ebbe un grandissimo merito: quello di fotografare un campione di DNA con la tecnica dei raggi X. Senza il suo aiuto, forse, James Watson e Francis Crick non sarebbero mai riusciti a costruire il famoso modellino elicoidale. Forse nemmeno a vincere il premio Nobel per la medicina nel 1962.

Oggi, la storia di questo genio, prematuramente scomparso a soli 37 anni, arriva al Teatro Eliseo di Roma. A dirigere Il segreto della vita – Rosalind Franklin di Anna Ziegler è Filippo Dini, presente anche in scena con Asia Argento. Completano il cast Giulio Della Monica, Dario Iubatti, Alessandro Tedeschi e Paolo Zuccari. Lo spettacolo sarà in cartellone fino al 16 aprile.

Foto di Bepi Caroli

Quattro domande a Filippo Dini

“La vicenda che raccontate fu epica e nobile, eppure per molti aspetti anche controversa. Perché?”

“Si è cominciato a saperne qualcosa solo molti anni dopo la morte di Rosalind Franklin. L’impresa fu nobile perché rappresentò la più grande scoperta scientifica del secolo scorso: la struttura della molecola più minuscola dell’essere umano. Fu controversa perché in quel periodo storico tutto l’ambiente accademico si sentiva sul punto di arrivare a questa grande rivelazione. Agli studi del King’s College di Londra si affiancarono segretamente quelli di Watson e Crick, i due scienziati di Cambridge che riuscirono a entrare in contatto con la fotografia 51. 

Io interpreto il personaggio di Maurice Wilkins. Che sia stato lui a fargliela vedere o  Watson a chiedergliela con l’inganno poco importa. Soprattutto non è facile chiarirlo. Fatto sta che Watson riuscì a vedere la fotografia che dimostrava la struttura a doppia elica del DNA. In fretta e furia ne realizzò il modello insieme a Crick. I due passarono così alla storia come gli scopritori della struttura del DNA e vinsero il Nobel. Rosalind Franklin, invece, rimase completamente a bocca asciutta.

“Quali vantaggi e quali ripercussioni negative ebbe la fotografia di Rosalind Franklin sulla sua opera di scienziata?”

Da una parte fu il più grande regalo che Rosalind fece all’umanità. Realizzare una fotografia così precisa comportava una fatica immensa. Richiedeva una pazienza infinita perché per scattarla ci vollero giorni e giorni. Il lato negativo fu che la foto fu vista da Watson, con tutto quello che ne conseguì. Per un profano è molto difficile interpretare quella fotografia, ma è ricchissima di informazioni. Inoltre Rosalind non seppe mai che le era stata sottratta e in nessuna occasione dimostrò un briciolo di rancore verso chi riuscì ad arrivare alla scoperta prima di lei.

“Ne risentì anche la sua vita privata?”

La sua vita privata era direttamente connessa al suo lavoro di scienziata. Rosalind passava quasi tutto il suo tempo in laboratorio. L’unico svago che si concedeva era quello delle passeggiate in montagna. Solo in quelle occasioni riusciva a prendersi dei momenti per se stessa. L’ossessione per il suo lavoro era nettamente predominante.

“L’obiettivo del vostro spettacolo è far conoscere meglio la figura di una donna che forse non ha avuto il riconoscimento e il posto che meritava nella storia?”

Io mi sono molto affezionato alla figura di Rosalind Franklin e alla sua grandezza. Nella nostra epoca c’è un grande bisogno di figure femminili che richiamino a una maggiore civiltà. L’obiettivo più grande è quello di raccontare la storia di un gruppo di esseri umani, che con i propri limiti e le proprie capacità hanno cercato di scoprire la molecola più microscopica degli esseri viventi, cioè il segreto della vita di cui parla il titolo dello spettacolo. Tuttavia questi studiosi non sono riusciti a trovare il modo di convivere l’uno con l’altro. Anna Ziegler, l’autrice del testo, ha lanciato un grande messaggio: quello di tentare quotidianamente di superare i propri limiti di esseri umani e di andare gli uni incontro agli altri dimostrando un’accoglienza profonda.