Un gruppo di giovani che corrono. Una ragazza riceve una proposta inaspettata. Un fratello che non vuole tornare a casa per cena. Una ragazza scrive i sogni su un quaderno, una signora si tinge i capelli perché vuole cambiare vita. Ci sono scelte da fare e il tempo è poco. Ci sono mani che si stringono e paure che si vincono.
La vita salva è in scena alla sala Cavallerizza del Teatro Litta di Milano il 3 e il 4 maggio. Ne è unica protagonista Silvia Frasson, anche autrice del testo.
Quattro domande a Silvia Frasson
Quali sono i disagi che incarnano i personaggi che interpreti?
Sono quelli che abbiamo tutti nella nostra vita quotidiana. Ognuno porta il suo, le proprie piccole gioie e i propri piccoli stravolgimenti. Si passa quindi da problemi d’amore a questioni di salute, fino a indecisioni se cambiare vita o no. Sono dunque tanti piccoli e grandi disagi di tutti i giorni e non, che si incontrano.
In che modo si sfiorano tra di loro queste vite?
Vengono unite da un evento centrale che le fa incontrare, quindi sono persone diverse che vengono a contatto una con l’altra attraverso un accadimento cruciale e traumatico. I personaggi che partecipano alla vicenda hanno a che fare con quest’avvenimento e si incontrano. Ognuno di loro, alla fine della storia, si troverà cambiato proprio grazie all’incontro con quest’evento fondamentale.
Sono le tematiche della vita e della morte ad essere affrontate dai personaggi?
Sì, è il nuovo inizio piccolo e semplice di una donna di 60 anni, che si trova abbandonata dal marito e che ha voglia di rifarsi una vita. Poi abbiamo una grande tragedia che colpisce una madre, un fratello e una famiglia; c’è una vicenda di innamoramento. Sono quindi tutti piccoli e grandi accadimenti della vita, dei nuovi inizi e della morte, perché è morte tutto quello che finisce e che però da vita a qualcosa di nuovo.
Sono racconti che riguardano anche noi?
Sì, perché in ogni personaggio, secondo me e il pubblico che in questo periodo ha visto lo spettacolo e che mi scrive dopo, possiamo trovare qualcosa che ha a che fare con noi: un momento, un pensiero, una paura, un desiderio. Sono piccole e grandi storie che riguardano la nostra quotidianità. Ognuno di noi ha a che fare con un innamoramento, con la perdita di qualcuno, con una decisione importante da prendere. I personaggi ci sono dunque vicini.
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione
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