“FRIGOR MORTIS”, QUANDO I PARENTI DIVENTANO SERPENTI

Milly e Tecla Brocchi sono due sorelle che vivono a Milano nel quartiere Forlanini. Le loro giornate si somigliano molto, ma la noia non entra mai in quella casa pulita e accogliente, caratterizzata da un viavai di ospiti, tra cui l’amica Wanda Ojetti, gentile ma un po’ pettegola. Viziati e coccolati dalle zie, ci sono poi i due nipoti: Marcello, in piena crisi d’identità in quanto convinto di essere il c.t. degli Azzurri Marcello Lippi e determinato a far riammettere l’Italia ai Mondiali del 2018, e Roberto, un blogger da sempre fidanzato con la dottoressa Livia. Tutto però si complica con il ritorno del figliol prodigo: Giorgio, il nipote scappato di casa trent’anni prima, che fa ritorno a Milano accompagnato da uno strano signore di nome Pavarotti. Da quel momento si scoperchia il vaso di Pandora di rivalità fraterne mai sopite e, come in ogni “giallo” che si rispetti, a un certo punto ci scappa il morto…

Frigor Mortis – Ovvero strano caso in casa Brocchi è in scena al Teatro Delfino dal 1° al 4 e dall’8 all’11 marzo. Un pool affiatato di attori-doppiatori composto da Nicoletta Ramorino, Grazia Migneco, Luca Bottale, Donatella Fanfani, Roberta Petrozzi, Pino Pirovano, Sergio Romanò, Giuliano Turone e Giorgio Verduci, mette in scena un testo scritto da Paola Ornati e diretto da Marco Rampoldi. Una commedia divertente in stile Arsenico e vecchi merletti, dedicata alla memoria di Narcisa Bonati, attrice del Piccolo Teatro di Milano scomparsa nel 2016, grande amica e collega dei protagonisti.

La parola a Nicoletta Ramorino e Grazia Migneco

“Con questa commedia ci troviamo di fronte a un bel microcosmo. In che cosa si somigliano e in che cosa sono invece diverse le due sorelle?”

Nicoletta Ramorino“Sono molto diverse tra loro. Io sono la svampita, in preda a una forte demenza senile incipiente.  Non capisco le cose e non sto al passo coi tempi perché non so neanche usare il computer. Vivo un complesso di inferiorità nei confronti di mia sorella maggiore, interpretata da Grazia Migneco, che vive di più con i piedi per terra, è più realista in tutto quello che fa ed è più tecnologica di me”. 

“C’è una vena di follia nel testo?”

Grazia Migneco“Sì, non solo una vena! Ce n’è parecchia in tutti i personaggi! Il testo è straordinario proprio per questo: la follia che lo caratterizza”.

“Quanto sono importanti in uno spettacolo come questo i colpi di scena? Intendo quelli seri che fanno sobbalzare il pubblico sulla sedia”.

Nicoletta Ramorino“Ce ne sono tanti: dal suono della tromba di Giorgio ai vari rotolamenti nella cassapanca, fino agli ingressi improvvisi e alle risate che tagliano una scena”.

“C’è una strizzata d’occhio o un richiamo a qualche autore in particolare?”

Grazia Migneco: , direi che ci collochiamo fra Agatha Christie e il cabaret. E’ un bel connubio!”

“Infine una domanda per entrambe: lo spettacolo è dedicato a Narcisa Bonati. Lascio a voi due il compito di tracciarne un ricordo”.

Grazia Migneco“Io inizialmente ho conosciuto Narcisa solo come attrice, anche se ci vedevamo sempre. La vicinanza tra lei e Nicoletta è stata più forte. Ci siamo riavvicinate quando non stava più bene: abbiamo cominciato a telefonarci e in quelle occasioni era  sempre molto cara”.

Nicoletta Ramorino“Narcisa è stata per me una compagna, da quando ho aperto il Centro Teatro Attivo nel 1981 fino alla fine. L’ho conosciuta quando ho fatto “L’opera da tre soldi”. Poi l’ho chiamata a insegnare nella mia scuola di recitazione e si è rivelata una mossa vincente,  perché è stata un’insegnante bravissima. Abbiamo fatto nascere molti allievi e alcuni di loro recitano con noi in questo spettacolo”.

(videointerviste e riprese di Andrea Simone)