Andrea Roversi è un giovane brillante laureato con 110 e lode in lettere e filosofia. Il suo sogno è insegnare, ma la crisi lo costringe a lavorare in un call-center per vivere. Finalmente arriva l’occasione che aspettava da tanto tempo: l’incarico di una supplenza nella scuola media che lui stesso ha frequentato da ragazzo. Qui il professor Roversi si troverà a spiegare agli studenti vita, morte e miracoli di uno dei più importanti poeti italiani: Giacomo Leopardi. E in questo caso gli studenti saranno gli spettatori in sala.
Fuori misura è in scena al Teatro Leonardo di Milano fino all’8 aprile. Scritto e diretto da Claudio Intropido e Valeria Cavalli, vede come unico protagonista Andrea Robbiano.
Quattro domande ad Andrea Robbiano
“Quanto è stato fonte di orgoglio per Andrea Roversi l’incarico della supplenza?”
E’ il momento dell’inizio dello spettacolo ed è quello di massima gioia. Come in tutti i momenti di massima gioia, si arriva poi a constatare che a grandi premi corrispondono gravi responsabilità come la gestione di una classe di adolescenti dove si inizia insegnando Giacomo Leopardi.
“Nell’intervista da noi realizzata nel 2017, Valeria Cavalli ha dichiarato che in questo spettacolo mettete in risalto il lato allegro di Leopardi. Come si manifestava?”
E’ quello di un Leopardi a tutto tondo costituito dalla sua voglia di vivere, di viaggiare, di evadere e di andare lontano. Non c’è quella patina di pessimismo che noi da studenti gli abbiamo messo addosso, studiando poesie come “La ginestra”. Tutti gli esseri umani, ma soprattutto quelli con una grande sensibilità, hanno una gamma completa di emozioni positive e di emotività. Sono variazioni che rendono l’umanità complessa e quindi interessante.
“Perché a Leopardi viene sempre associato un senso di inadeguatezza?”
Per risponderti ti racconto cosa mi è successo quando siamo andati a fare lo spettacolo in Trentino: i ragazzi si lamentavano della tristezza e della pesantezza di questo poeta. Ho preso i versi di Leopardi e subito dopo ho letto quelli di alcuni rapper molto seguiti nel 2016, ma che ora non vanno già più di moda. Ho spiegato ai ragazzi che i testi dei loro beniamini erano molto più tristi di quelli di Giacomo Leopardi. Però i giovani vedono i cantanti vivere una vita da star, quindi non pensano che l’artista sia solo quello che scrive. Leopardi non era solo quello che scriveva. Aveva difficoltà oggettive: la malattia, la statura e la famiglia che lo ostacolava. Però aveva anche un grande desiderio di esplorare, di conoscere e di andare oltre.
“Lo spettacolo è una lezione che tieni al pubblico che si trasforma in una classe e fai domande su Leopardi agli spettatori. Sei un insegnante spietato o generoso di buoni voti?”
Gioco a fare lo spietato, ma il pubblico capisce subito che si tratta di un gioco. Se fossi un insegnante – e in teatro lo sono – sarei un docente che si ricorda di essere stato un alunno. Non ero nemmeno tra i più brillanti nella top ten della mia classe. Gioco sul fatto che in confronto a Leopardi siamo tutti ignorantissimi, ma non sono affatto spietato!
(intervista e riprese video di Andrea Simone)