E’ in scena solo per un giorno, domenica 15 ottobre al Teatro Linguaggicreativi di Milano lo spettacolo Ritratti di donna. Ne è protagonista l’attore Carlo Randazzo, accompagnato dal maestro Giuseppe Califano e dal direttore del coro Stefano Briani con il Coro CDQ Associazione Circolo delle Quinte. La regia è di Diego Paul Galtieri.
Teatro e musica lirica
Si tratta di uno spettacolo musicale che affianca ad arie operistiche la narrazione della prosa teatrale. L’obiettivo è guidare lo spettatore attraverso le opere più note del XIX secolo: La Traviata di Giuseppe Verdi, Carmen di Bizet e L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Lo spettacolo vuole andare ad indagare la figura della donna nella società ottocentesca principalmente maschilista, ma nella quale si possono cogliere diverse sfumature. Si passa infatti dalla sfrontata e indipendente Carmen alla vezzosa Violetta, dalla scaltra Adina alle più ingenue Micaela e Giannetta, permettendo al pubblico di conoscere e apprezzare le opere attraverso i personaggi stessi.
La parola a Diego Paul Galtieri
“In che modo è possibile unire prosa e musica lirica come in questo caso?”
Abbiamo fatto una selezione di tre opere che hanno come filo conduttore la donna. Tant’è che l’inizio della pièce vedrà un uomo un po’ sfigato che a causa di una donna si trova a dover gestire uno spettacolo che non si fa più. Attraverso il ruolo della donna va a definire queste tre donne di queste tre diverse opere: in “Traviata” abbiamo Violetta Valery, in “Elisir d’Amore” Adina e Carmen in “Carmen”. Abbiamo scelto queste tre donne che corrispondono a un periodo storico compreso tra il 18° e il 19° secolo in modo tale da unire un’idea di donna che poi inizierà un percorso di emancipazione.
“Qual era l’handicap principale della donna nella società ottocentesca?”
Il ruolo sociale, soprattutto nella classe borghese, perché la donna non poteva lavorare. Quindi l’emancipazione vera e propria ha rappresentato l’inizio nelle classi più basse. Infatti vediamo che in “Carmen” ci sono le sigaraie che escono dalla Reale Fabbrica del Tabacco di Siviglia, che è un luogo sia di sfruttamento sia di prima emancipazione delle prime salariate, le prime salariate femminili.
“Ci sono anche delle figure maschili?”
Non ho voluto affiancare il solito tenore al soprano, ma ho preferito andare verso il basso e il baritono.
“In che modo la voce narrante porta in vita i personaggi?”
Parlando del suo amore verso le donne e delle sue disavventure con esse. Dice di innamorarsi un po’ di tutte, ma soprattutto di quel genere di donna di quell’epoca, passando ovviamente con le sue fantasie da Violetta Valery, quindi dall’aristocrazia parigina, fino alla classe più povera in “Elisir d’amore” con le contadinotte.