Debutta il 21 gennaio al Teatro Leonardo di Milano dove rimarrà in scena fino a domenica 23 PapagHeno PapagHena. A fornire lo spunto per il titolo dello spettacolo diretto da Rita Pelusio è Il flauto magico, l’opera più famosa di Wolfgang Amadeus Mozart. La Compagnia Trioche, formata da Irene Geninatti Chiolero, Franca Pampaloni e Nicanor Cancellieri, propone al pubblico le arie della lirica mozartiana, del bel canto e della nobile arte comica.
Quattro domande a Irene Geninatti Chiolero
Quali sono i diversi registri musicali di questo spettacolo?
Il nostro lavoro verte su una trascrizione de Il Flauto magico per flauto, fisarmonica e voce. Io sono il soprano, poi c’è Nicanor Cancellieri, flautista e voce tenorile, mentre la fisarmonicista è Franca Pampaloni. Abbiamo riarrangiato i pezzi più celebri, tra cui l’ouverture, per questi strumenti. L’attenzione si è focalizzata sulle arie più famose, per avvicinare più facilmente il nostro lavoro a un pubblico che non conosce a fondo l’opera lirica. E’ dunque un modo per stimolare la curiosità della gente verso un genere musicale in questo momento più elitario.
Che correlazione c’è tra la musica di Mozart e i suoi pappagalli?
Abbiamo immaginato una realtà in cui forse sono stati proprio i pappagalli a ispirare a Mozart le arie più celebri de Il flauto magico con il loro cinguettio. Quindi abbiamo giocato su un’apertura sia ipotetica che reale.
L’essenza pop ante litteram di Mozart
Che valore ironico ha aggiunto allo spettacolo la vis comica travolgente della regista Rita Pelusio?
E’ stata lei a proporci questo azzardo, perché è una visionaria coraggiosa che non ha paura di rischiare e di lanciarsi nel vuoto. E’ proprio quello che ha fatto in questo spettacolo. Ha creduto fermamente per prima nel progetto e la sua visione ci ha incantati. A un certo punto ci siamo detti che se Mozart potesse vedere questo lavoro, non potrebbe che approvarlo, proprio per quello che ci raccontano di lui, del suo carattere e del suo essere pop molto prima che nascesse questo genere musicale. Con PapagHeno PapagHena abbiamo reso ancora più pop Il flauto magico, ma la comicità di Rita ha pure aperto un’incredibile vena sognante poetica e nuova nel suo modo di fare teatro.
E’ dunque la vostra vena pop a rendere “Il flauto magico” di Mozart il suo testamento musicale più gioioso?
(ride) E’ il testamento musicale di Mozart perché è stata una delle ultime opere che ha scritto ed è sicuramente una delle sue produzioni più libere. Noi abbiamo tentato di fare in modo che questo componimento riparlasse al popolo, togliendo quell’aura di élite che purtroppo non accompagnava l’opera lirica a quel tempo, ma che si è creata dal 1900 in avanti. Abbiamo restituito quel divertimento che c’era in origine.
- Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione