“UCCELLI”: LA COSTRUZIONE DI UNA CITTA’ IDEALE

Nella Grecia del 414 a.C., Aristofane, mentre il suo mondo si sgretola tra guerre, scontri ideologici e generazionali, riesce a fermare il tempo, a cercare una via di fuga nell’immaginario, a disegnare un impossibile mondo possibile. Uomini e Dei accomunati da corruzione e avidità saranno d’ora in poi divisi da Nubicuculia, la città costruita sulle nuvole, e dal sogno di libertà e partecipazione degli uccelli suoi abitanti, che decideranno per una vita senza leggi e senza denaro.

La videointervista al regista Emilio Russo

Gli uccelli di Aristofane è in scena al Teatro Menotti di Milano fino al 3 febbraio. Adattato e diretto da Emilio Russo, vede protagonisti Camilla Barbarito, Giuditta Costantini, Nicolas Errico, Ludovico Fededegni, Claudio Pellegrini, Claudio Pellerito, Giulia Perosa, Maria Vittoria Scarlattei e Chiara Serangeli.

Quattro domande ad Emilio Russo

“In che modo Aristofane riesce a fermare il tempo con questa commedia?”

“Bella domanda! E’ proprio quello che mi ha spinto a fare questa commedia, perché credo che sia proprio bloccata nel tempo. Aristofane da moderato parla di una rivoluzione in cui usa la metafora della città degli uccelli costruita tra il cielo e la terra. L’idea che abbiamo tutti e che l’uomo avrà finché il tempo andrà avanti è quella di un mondo ideale in cui vivere. Come tutte le utopie, nella commedia di Aristifane fallisce anche questa rivoluzione. A me invece piaceva fermare la nostra attenzione sul momento del cambiamento, raccontando quindi l’adrenalina, la forza, la pulsione e la passione della voglia di cambiamento.”

“Che cosa rappresenta Nubicuculia?”

“Nubicuculia rappresenta la città ideale. Lo sguardo verso l’alto e verso lo sconosciuto è quello che ci porta sempre a cercare la perfezione, che però è solamente un’idea. Dovremmo invece cercare Nubicuculia dentro di noi.”

“In che modo la fondazione della città muta i rapporti tra uomini e uccelli?”

“Nella commedia di Aristofane il mutamento avviene nel modo peggiore. Gli uccelli vengono soggiogati alle antiche leggi da cui i protagonisti fuggivano: la corruzione, il senso del potere e il denaro. Soprattutto nella prima parte della commedia è molto affascinante il rapporto tra uomini e uccelli: gli uccelli si umanizzano e gli uomini aspirano più ad un mondo ideale.”

“E’ la realizzazione di un’utopia quella che viene descritta da Aristofane?”

“Assolutamente sì. Non so quanto lui ne fosse consapevole perché parliamo di 2400 anni fa, però è sicuramente il primo esempio di una forte utopia, poi ce ne sono state tante altre. E’ sicuramente il sogno di un confine tra la terra e il cielo, dove Aristofane vedeva la costruzione di questa città.”

  • Intervista e riprese video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Linda Ansalone per la gentile collaborazione