“GL’INNAMORATI – IL MUSICARELLO”: L’ANTICO GIOCO DELLA SEDUZIONE

Una piccola compagnia teatrale si ritrova a provare “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni su un palco diverso ogni settimana. La povertà della produzione obbliga spesso gli attori ad adattarsi recitando su palchi occupati da altri spettacoli con le loro ingombranti scenografie.

In questo contesto di teatro nel teatro assistiamo alle vicende personali e amorose dei protagonisti, costretti a improvvisarsi costumisti, trovarobe macchinisti e a interpretare numerosi parti pur di mettere in scena il loro lavoro.

Gl’innamorati – Il musicarello” è in scena al Teatro Litta di Milano fino al 19 gennaio. Sul palco troviamo Gaetano Callegaro, Loris Fabiani, Jacopo Fracasso, Valeria Girelli, Isabella Perego e Pietro De Pascalis, che è anche il regista dello spettacolo.

L’intervista video a Pietro De Pascalis, Isabella Perego e Jacopo Fracasso

La parola al regista e ai protagonisti

“Come avete unito­­­­­­ lo stile del musicarello anni sessanta con il testo scritto da Goldoni e riadattato da te, Valeria Cavalli e Debora Virello?”

Pietro De Pascalis: “Tutto è partito da un assunto: si canta per mostrare determinate emozioni. Quando si è innamorati si canta ancora di più, si cantano canzoni disperate o di grande felicità. Questo è un testo di grande passione, follia, divertimento, esagerazione ed esasperazione. Quindi mi è sembrato interessante unire questi due aspetti. In più mi assumo totalmente la responsabilità di scelta del Musicarello, perché mi ricordava un periodo di grande leggerezza e serenità della mia vita: la fine della scuola, l’estate, i tanti film con Gianni Morandi, Al Bano e Romina Power. Inoltre apparteneva a un’epoca completamente differenete in cui i miei genitori avevano vissuto l’amore. Quindi ho provato a mettere insieme l’amore che si racconta negli Innamorati e quello delle storie del Musicarello: il tema era sempre quello.”

“Quali brani avete scelto?”

Jacopo Fracasso : “Cominciamo con Stasera mi butto di Lucio Battisti, poi abbiamo Dieci ragazze per me, Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco, Io che amo solo te di Sergio Endrigo, Non son degno di te. Tutte canzoni molto allegre e ritmate, che però lasciano spazio a momenti più delicati e poetici come Mi sono innamorato di te che canto in un momento di maggior respiro nello spettacolo. Lasciamo in sospeso la canzone finale, non diciamole tutte….”

Interviene Pietro De Pascalis: “Le canzoni scelte non dovevano avere solo un grandissimo respiro popolare, ma essere anche nell’immaginario collettivo. La canzone è un moto espressivo che utilizziamo tutti quanti, ma spesso, quando lo mettiamo in atto, ci vergogniamo. Quindi c’è il desiderio che qualcuno del pubblico possa alzarsi in piedi e cantare con noi. Ecco perché sono state scelte canzoni così popolari.

Quant’è rimasto nella vostra versione della commedia dell’arte tradizionale di Goldoni?

“Sono rimaste le scene più importanti del testo – continua il regista. – E’ un gioco metateatrale: nel momento in cui manca una scena fondamentale, per esempio quando si parla della mancanza di soldi per comprare determinate cose, la questione viene trasportata ai problemi economici della compagnia. Abbiamo fatto un’operazione drammaturgica abbastanza attuale e interessante.” “Le parti di Goldoni sono rimaste assolutamente fedeli al testo.” – afferma Isabella Perego.

E’ giusto definire “Gli innamorati” l’opera più divertente e folle scritta da Goldoni?

Jacopo Fracasso: “Sotto il punto di vista della gelosia sì, perché porta molto all’eccesso questo sentimento umano, fino alle estreme conseguenze e a toccare la disperazione. Tocca l’amore più folle”

“Sicuramente” – aggiunge Isabella Perego “porta fino all’estremo questo fuoco che sposta, scombina e riordina tutto, che si placa e poi divampa. Va fino in fondo alla zona più folle dell’amore.”

Si potrebbe dire che i protagonisti dello spettacolo sono più innamorati del gioco dell’amore e della seduzione che delle persone?

Isabella Perego: “Per me si amano. Nell’interpretare Eugenia, cerco di affidarmi al modo in cui il personaggio è stato scritto. Nel prologo Goldoni racconta di quanto i due protagonisti si amano follemente e di quanto dovrebbero essere felici. Poi però lo fanno in un modo molto nevrotico, guerrigliero e complicato. Si perdono nella trottola impazzita dell’amore che continua a scaraventarli a destra e a sinistra. Non è certo un rapporto sano né lineare, o inteso in quella direzione unica concepita da Shakespeare, dirompente, folle e pura. Qui la purezza è sconvolta da queste dinamiche di litigio e riappacificazione continui, da gelosie e paure tipiche di una nevrosi italiana che a quei tempi iniziava ad accendersi in modo molto spiccato.

Credo che Goldoni si sia divertito tantissimo a scrivere letteralmente quest’opera. I personaggi si baciano e si abbracciano e in un secondo la situazione viene scombinata da un evento. C’è una volubilità costante e totale, dovuta a incomprensioni totalmente inutili” afferma De Pascalis.

In questo caso la gelosia fa parte del gioco di coppia. Anche se i personaggi soffrono, è l’unico modo per avere l’adrenalina necessaria ad avvicinarsi ed allontanarsi. La gelosia è un elemento essenziale. Rappresenta il contatto che caratterizza questa coppia, come lo è di altre che si vedono in giro. E’ un minimo comune denominatore che tiene tutto in piedi, nel bene e nel male” conclude Jacopo Fracasso.

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Alessandra Paoli per il supporto professionale