Il 20 ottobre 1944, dopo aver compiuto una missione a nord di Milano, aerei della Air Force sganciarono parte delle bombe residue sulla città. Una di queste, per fatale combinazione, sfondò il tetto della scuola Francesco Crispi di Gorla, ed esplose nella cantina dove erano rifugiati i bambini.
Gorla fermata Gorla è in scena al Teatro della Cooperativa di Milano fino al 27 gennaio. Scritto e diretto da Renato Sarti, vede protagoniste Nicoletta Ramorino, Federica Fabiani e Marta Marangoni.
Intervista a Renato Sarti
“Cosa successe veramente quel 20 ottobre 1944?”
“Dopo una missione andata male da parte delle forze alleate della Air Force, una pattuglia di aerei tornò indietro prché sbagliò rotta e scaricò le bombe. Dopo la missione fallita sulla Breda e su alcune industrie di Sesto San Giovanni, le scaricarono fuori città. A quei tempi era tutta campagna e una di queste bombe sfondò il tetto della scuola di Gorla, finì nella tromba delle scale ed esplose sul fondo dove c’era la cantina che era il rifugio dei bambini. Ne morirono 184, più altre 19 persone tra bidelli e insegnanti. E’ forse l’episodio più tragico di tutta la Seconda Guerra Mondiale.”
“Quali sono le fonti su cui ti sei basato per scrivere il testo?”
“Il testo nasce in collaborazione con l’Elfo e con il patrocinio del Comune di Milano. L’ho scritto in occasione del 70° anniversario della strage. E’ stato costruito su materiale già esistente, ma anche sulle testimonianze di 4-5 sopravvissuti: Carlo, Graziella, Sergio e altre due persone che mi hanno raccontato il loro percorso. Perché tutti sono rimasti segnati dentro per sempre. Nella sua testimonianza Graziella Ghisalberti disse che lei convive con i ragazzi e con i bambini che sono morti. Lei è in scena come se fosse nella cucina di casa sua e improvvisamente quando parla dei ragazzi, appaiono due ragazze interpretate da Marta Marangoni e Federica Fabiani, che impersonano due bambine uscite dall’aldilà ed evocate come Amleto. Il teatro ha questa possibilità: noi siamo più forti di Dio perché resuscitiamo davvero le persone in carne e ossa. Loro dialogano con Graziella, che è impersonata da Nicoletta Ramorino.”
“Quali sono state le iniziative della popolazione di Gorla per mantenere viva la memoria di quel tragico giorno?”
“Il 20 ottobre fanno sempre una manifestazione cui partecipano diverse persone. Non è mai venuto il presidente della Repubblica ed è una cosa per cui io mi sto battendo negli ultimi anni, però lo scorso anno c’era il sindaco Giuseppe Sala assieme a monsignor Angelo Bazzari, il presidente onorario della Fondazione Don Gnocchi, che fin dal dopoguerra ha lavorato e dato ospitalità a tutti i bambini che venivano fuori dalle guerre con menomazioni, curandoli e assistendoli. Bazzari verrà a vedere lo spettacolo assieme a membri del gabinetto del sindaco. Gorla si è fatta sempre più comunità, ha una caratteristica più forte come quartiere, perché nel giro di pochissimi attimi la strage l’ha privata di gran parte dei bambini in età elementare. Questo unisce la popolazione ancora oggi. Appena arrivato a Milano negli anni ’60, andai ad abitare vicino a viale Monza e la prima storia che sentii fu questa. Purtroppo, però, questa pagina di storia viene ancora vissuta e ricordata a Gorla, ma Milano se n’è quasi dimenticata. Il teatro è importante perché fa un lavoro sulla memoria.”
“Nello spettacolo scorrono anche dei filmati che documentano la crudezza di quella tragedia?”
“Sì, perché sullo sfondo del palco c’è una specie di telo dove proiettiamo delle immagini: non quelle dei bambini morti perché ci sono ma non abbiamo voluto utilizzarle. Però si vede la scuola prima e dopo il bombardamento, i bombardieri e insieme alle musiche di Carlo Boccadoro e alle scene di Carlo Sala, queste proiezioni vengono integrate in quello che è il percorso dello spettacolo e della drammaturgia.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Bianca Villa per la gentile collaborazione