GLI HAMLETMACHINE PER LA PRIMA VOLTA A MILANO

Spettacolo teatrale “L’amore ti fotte” –  Hamlet Machin –  prod. Astorri Tintinelli – Teatro Linguaggicreativi Milano

Amleto e Ofelia

Finalmente anche Milano potrà conoscere e appprezzare il duo degli HamletMachine. Grazie a una produzione Astorri/Tintinelli, il trio artistico punk di Hannover arriva per la prima volta nel capoluogo lombardo nell’unica data italiana del suo tour europeo.  Si fanno chiamare Amleto, Fortebraccio e Ofelia e dicono di avere dentro di loro il suono dei tempi. Si definiscono rockstar, profeti dell’apocalisse e guitti di un vile cabaret. Sono in scena al Teatro Linguaggicreativi di Milano per tre sere, dal 7 al 9 aprile, con lo spettacolo L’amore ti fotte. Teatro.Online ha intervistato il produttore dello spettacolo.

La parola ad Alberto Astorri

Gli HamletMachine parlano di sé in questi termini:  “Siamo angeli senza ali, un revolver puntato alle tempie ma ci trafiggiamo di tenerezza. Il nostro non è un concerto né uno spettacolo di teatro. Non ci sono trame da seguire né conferme per nessuno. Succederà quello che dovrà succedere e poi basta.” Questo significa che viene lasciato ampio spazio all’improvvisazione?

Sì, anche se la loro parte di concerto è molto strutturata. Succederà quello che dovrà succedere perché gli HamletMachine non seguono una scrittura tradizionale di prosa o drammaturgica, ma presentano le proprie canzoni. E’ in questo senso che il pubblico non si deve aspettare una storia, se non quella della vita del trio: oggi succede che molti artisti, lavorando sul web e su Youtube, si ritrovino a essere delle star. A loro non è andata diversamente. Sono tre emigrati italiani partiti per Hannover che hanno iniziato a suonare insieme. Nel giro di qualche anno sono diventati popolarissimi tra Sharm-el-Sheikh e Vancouver. Quindi si sono trovati a vivere questo mondo come persone famose, pur non essendolo fondamentalmente. Il loro concerto mette in risalto tutta la loro storia.

“E’ uno spettacolo che presenta aspetti grotteschi?”

Sì, ma anche lirici ed epici. Infatti quando li abbiamo incontrati ad Hannover in uno scantinato, quello che mi ha colpito è stata la loro varietà di pezzi grotteschi ma allo stesso tempo pieni di dolcezza. Però le loro sonorità sono molto grezze, con basi musicali piene di rumori strani.

“Lo spettatore che legge l’autodescrizione degli HamletMachine potrebbe pensare che i tre se prendano un po’ sul serio. E’ così o sono invece molto ironici e autoironici?”

Sono molto ironici e autoironici. Gli piace ridere delle situazioni e di se stessi. 

“E’ un punto di forza per loro esprimersi  con due linguaggi, quello delle canzoni e quello della prosa?”

Direi di sì. Quelle al Teatro Linguaggicreativi sono le loro uniche date italiane. Presenteranno alcuni brani del loro ultimo album dal titolo “Bisonti nel deserto”. Canteranno, ma ci saranno anche dei pezzi recitati.