“FUGA DA VIA PIGAFETTA”, PAOLO HENDEL SI LANCIA NEL FUTURO

Debutta giovedì 18 gennaio al Teatro della Cooperativa di Milano, dove rimarrà in scena fino a domenica 28, Fuga da via Pigafetta, uno spettacolo scritto da Paolo Hendel, che ne è anche protagonista insieme a Matilde Pierangelo, con Marco Vicari e Gioele Dix, che ha firmato anche la regia. Paolo Hendel torna all’originaria vocazione teatrale che lo ha reso celebre ai suoi esordi, quando, con coraggiosa inventiva, parlava con la propria immagine sdoppiata dentro a un televisore. Quella stessa vena surreale, unita alla capacità di cogliere in anticipo il potenziale comico della tecnologia, viene messa ora al servizio di una commedia divertente e originale ambientata in un’immaginaria Italia del futuro.

Quattro domande a Paolo Hendel

“Come avete immaginato la Terra nel futuro?”

“Non troppo diversa da oggi, ma sicuramente non messa meglio. Quindi è un futuro non troppo roseo e il gioco è proprio quello: ridere delle cose della vita che non vanno per il verso giusto e prenderne le distanze, soprattutto perché fa bene alla salute. Ti togli dei pesi dallo stomaco ed esorcizzi la realtà negativa. Questo è il gioco”.

“Che rapporto ha il protagonista con il computer?”

“Un rapporto da vittima di una suocera rompiballe. E’ vittima di questo computer con il quale si perde in continui battibecchi che fanno pensare più a ‘La strana coppia’ di Neil Simon che a ‘2001 Odissea nello spazio‘ . Siamo nella commedia”.

“In che modo l’arrivo della figlia cambia il suo modo di vivere?”

“La figlia sconvolge il modo di vivere di questo personaggio, perché arriva dicendo: ‘Babbo, finalmente ho trovato lavoro’. Però lo ha trovato su Marte, cosa che nel 2080, questo è l’anno in cui è ambientata la commedia, potrebbe veramente accadere. Adesso c’è la fuga dei cervelli. Siamo rassegnati a vedere i nostri figli che se ne vanno in altre nazioni e in altri continenti, un domani andranno su altri pianeti. Questo ovviamente sconvolge il nostro protagonista. Lo sconvolge ancor di più la proposta della figlia che gli chiede di andare con lei su Marte”.

“Perché il protagonista ha ridotto al minimo le proprie relazioni umane?”

“Perché fuori c’è una situazione difficile. Ci siamo immaginati un futuro con una situazione ambientale pesante fatta di veleni e aria irrespirabile. Quindi il protagonista esce di rado, coperto come un palombaro per non contaminarsi. E’ anche un maniaco dell’igiene, quindi questo rende ancora più diffcile la vita di tutti i giorni. Esce di rado per fare la spesa alla Coop, perché la Coop è rimasta con prodotti alimentari improbabili. Se ne sta chiuso in casa e si accontenta di un rapporto che però non è solo quello con il computer, perché poi scopriremo che ci sono una serie di elettrodomestici intelligenti.

Il problema è che rincitrulliamo noi a forza di avere rapporti con smartphone ed elettrodomestici smart. Quindi passa le giornate parlando con il frigorifero, con la lavastoviglie o il tostapane. Il personaggio si chiama Nestlé Monsanto Mitsubishi. Abbiamo immaginato l’ipotesi che un domani ci sarà questa moda, di sostituire il nome delle persone con lo sponsor, per guadagnare due soldarelli in più. Senonché questo creerà molti problemi a un caro amico di Nestlé Monsanto Mitsubishi, Granbiscotto Rovagnati, che ha passato la vita dallo psicanalista, il noto professor ChantéClair, quindi è tutto un mondo fatto di strani e improbabili sponsor viventi”.