Gianluca Iacono, “Vegeta è morto e l’ho ucciso io”

Gianluca Iacono è la voce di Vegeta, uno dei personaggi principali di Dragon Ball, serie d’animazione tra le più famose al mondo. Oggi però è una giornata no per Gianluca. E’ stanco della sua voce. E’ stanco di essere definito solo attraverso i personaggi che ha interpretato. Vegeta è morto e l’ho ucciso io è in scena al Teatro Martinitt di Milano il 10 e l’11 gennaio. Ne è unico protagonista Gianluca Iacono, che ha anche scritto il testo insieme a Frekt. La regia è di Nicola Nocella. I disegni sono di Stefano Meazza, Francesca dell’Omodarme e Luigi Zetti; le animazioni di Stefano Meazza.

Immagini del canale Youtube “Gianluca Iacono”

Intervista a Gianluca Iacono

Ti sei stancato di Vegeta o della vita da doppiatore?

Assolutamente no, però la questione è più complessa di così. Nel corso del tempo il mio rapporto con Vegeta ha avuto alti e bassi come in qualunque coppia che si rispetti e dopo tanti anni, sono arrivato ovviamente a un punto in cui ho voluto esorcizzare con lo spettacolo il mio rapporto con lui e con il doppiaggio. Racconto in maniera un po’ esagerata la mia storia da attore e doppiatore e il mio rapporto con Vegeta, perché ovviamente è il personaggio che mi ha reso più famoso.

Che domande ti sei posto riguardo al doppiaggio?

Durante lo spettacolo racconto che cosa per me può essere a volte faticoso e le fatiche nel mondo del doppiaggio. Spiego che cosa vuol dire fare il doppiatore dietro le quinte e che cosa significa doppiare, però è tutto sparso nello spettacolo dove si parla del rapporto tra me e Vegeta, di quest’attore che torna a casa la sera e vorrebbe liberarsi finalmente di tutte le voci e di tutti i personaggi per rilassarsi. Invece, poi, finisce per continuare ad essere avvolto da un vortice di voci da cui non si riesce a staccare. Questo rapporto tormentato è raccontato insieme a che cos’è per me il doppiaggio, a che cosa c’è di bello e a che cosa c’è di brutto.

Raccontaci un po’ della tua carriera nel doppiaggio.

Ho iniziato, non essendo più giovanissimo, con l’idea di voler fare solo l’attore perché quando ero un ragazzino o un bambino non sapevo nemmeno cosa fosse il doppiaggio, dato che non esisteva Intenet. Una persona normale non poteva sapere cosa fosse il doppiaggio a meno che non fosse nell’ambiente. Ho cominciato quindi studiando per fare l’attore perché mi piaceva fare le facce e le voci. Alla fine si è scoperto che avevo voglia di recitare. Ho studiato dizione, teatro e ho imparato a fare il doppiatore facendo il mestiere. In televisione ho fatto uno sceneggiato, Sentieri, dove doppiavo il personaggio di Hart Jessup.

Con il doppiaggio, in realtà, ho iniziato molto casualmente quando avevo 13 anni. Dagli anni Novanta in poi è stato un lavoro che ha preso molto spazio. Nel mentre ho continuato a fare teatro, soprattutto comico, teatro cabaret, con una socia con cui avevo un duo e poi alla fine degli anni Novanta è arrivato Vegeta, il personaggio di Dragon Ball, una serie addirittura mitologica, con un personaggio talmente grosso e forte che dal punto di vista di un doppiatore mi ha dato la spinta che mi fa anche piacere che ci sia, ma che però, tornando sempre a Vegeta, ha dei chiaroscuri.

Hai dovuto compiere quindi un gesto estremo?

(ride) In un certo senso sì. Ho compiuto un gesto estremo all’interno di questo percorso quasi dantesco che si sviluppa in una notte nella mia testa. Il gesto estremo c’è quindi stato però non è quello che immaginate voi. L’ho raccontato in maniera più divertente perché lo spettacolo è fondamentalmente comico e tragicomico; ha dei momenti amari e seri, ma la struttura è di per sé comica ed ha una particolarità: è abbastanza unico nel suo genere perché io sarò da solo in scena per un’ora e mezza, ma con me ci saranno le animazioni di alcuni personaggi che ho doppiato, tra cui Vegeta e Gordon Ramsay di Hell’s Kitchen.

Queste animazioni saranno quindi con me per buona parte dello spettacolo e sono state disegnate apposta da alcuni fumettisti. Ho scritto lo spettacolo con Frekt, un autore di fumetti, e il regista è Nicola Nocella, un attore di cinema abbastanza affermato che ha già vinto un Nastro d’Argento ed è stato candidato a un David di Donatello. Mi sono veramente circondato di un team a cinque stelle!

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini per la collaborazione
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