“Il padre della sposa”, intervista al cast

Giovanni è un imprenditore felice e realizzato, che improvvisamente si vede costretto ad organizzare il matrimonio della propria figlia con un ricco rampollo. L’uomo è destabilizzato dal timore di perdere la ragazza, e a complicare la situazione ci si mettono il costo astronomico della cerimonia e l’invadenza di un bizzarro wedding planner. Assisteremo quindi a una serie di gag e situazioni tenere, paradossali e comiche al tempo stesso.

Il padre della sposa di Caroline Francke è in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 12 febbraio con la regia di Gianluca Guidi. Nel ruolo dei due genitori troviamo Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi. Completano il cast Martina Difonte (la figlia Alice), Roberto Iannone, Marcella Lattuca, Lucandrea Martinelli e Gaetano Aronica.

La parola a Gianfranco Jannuzzo, Barbara De Rossi, Martina Difonte e Gianluca Guidi

Siamo di fronte a un padre in preda alla classica sindrome del nido vuoto?

Gianfranco Jannuzzo: Sì. Per un genitore il giorno più bello della vita della propria figlia è una tragedia vera e propria. Si rende infatti conto di doversi distaccare dalla creatura che ama di più al mondo e che ha sempre considerato una bambina. Immagina quindi che debba arrivare uno sconosciuto a cui affidare la figlia e vuole sapere dove andranno a vivere, cosa faranno e non faranno. Pensa che rimarrà da solo e disperato con la moglie, senza la bambina presente in casa ad accoglierli con un abbraccio. Fa di tutto per dissuadere la giovane, ma la moglie calma le sue intemperanze, le sue esagerazioni e cerca sempre di tenerlo con i piedi per terra.

Si sviluppa un rapporto di forte complicità tra i due genitori di fronte al matrimonio da organizzare?

La complicità c’è quando si combatte comicamente durante la commedia. Sono due personaggi che si amano tanto, è una coppia che sta insieme da tutta la vita. Michelle fa capire in poche parole il difficile meccanismo del matrimonio e cercherà di spiegarlo ad Alice prima di sposarsi: lo vive e sa benissimo che per avere un legame duraturo, bisogna fare e non fare alcune cose: la cura e l’importanza che si devono dare al proprio uomo sono elementi che funzionano. E’ proprio quello che Michelle fa con il marito e riesce anche a ottenere un sacco di cose. Il personaggio di Giovanni fa di tutto per ostacolare mentre quello di Michelle farà qualunque cosa per aiutare. Nascono quindi una serie di situazioni molto divertenti.

Che cosa ti piace di più del personaggio di Alice?

Martina Difonte: In realtà sono io nella vita reale. Ho un padre e una madre come i miei e in scena accadono cose che capitano anche nella mia vita vera. Sono felice di lavorare con Gianluca Guidi che ho sempre adorato e con Gianfranco Jannuzzo, perché ho fatto con lui Il berretto a sonagli e interpretavo sua moglie, adesso invece sono sua figlia. Siamo tutti un bel gruppo di attori in armonia ed è bello lavorare quando si è circondati da persone come loro.

Gianluca Guidi oltre a essere il regista dello spettacolo ha composto anche le musiche. Vuole parlare di quest’aspetto?

Gianluca Guidi: Chi scrive musica per la scena ha il dovere di farlo raccontando quello che racconta la storia. Io sono vintage e quando è morto Dean Martin per me è finito tutto! Ho la prerogativa di scrivere solo valzer e di arrangiare le melodie in tre o in quattro quarti! Io in realtà sono viennese, dovrei essere allo Staatsoper di Vienna a dirigere altro! Da ragazzo avevo il sogno di diventare Leonard Bernstein. Non è successo, ma sono ben felice di essere qui oggi!

  • Si ringrazia Manola Sansalone
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