LA COPPIA JANNUZZO-CAPRIOGLIO IN “ALLA FACCIA VOSTRA”

Il Teatro Manzoni di Milano propone fino al 19 marzo Alla faccia vostra di Pierre Chesnot. Lo spettacolo, tradotto, adattato e diretto nella versione italiana da Patrick Rossi Gastaldi vede protagonisti Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio. Completano il cast Antonella Piccolo, Antonio Rampino, Erika Puddu e Antonio Fulfaro.

L’avidità umana

La morte di un famosissimo scrittore settantenne avvenuta per colpa di un infarto fa in modo che tutti, amici e parenti, cerchino di trarne profitto. Intrighi, sotterfugi, equivoci, ipocrisia, per una vicenda che mette a nudo la parte più meschina e cinica dell’animo umano, che dovrebbe scandalizzare o indignare lo spettatore e che invece lo cattura e lo diverte, coinvolgendolo in un vortice di comicità e regalandogli due ore di risate.

La parola ai protagonisti

Teatro.Online ha intervistato Debora Caprioglio e Gianfranco Jannuzzo.

“E’ giusto dire che questo spettacolo mette in luce i lati peggiori dell’animo umano?”

Debora Caprioglio:  “Sì. Molti commediografi del passato, a cominciare da Aristofane, hanno scritto le loro commedie facendo la parodia dei vizi umani. Anche in questo caso la tradizione è stata rispettata. Vengono messi in risalto la bramosia e l’attaccamento di ognuno di noi per il denaro e il cinismo. Non è una commedia buonista. Però nonostante questi personaggi siano molto cinici e attaccati al denaro, sono anche simpatici. Per questo suscitano l’ilarità e la risata del pubblico. Nel mio caso, Angela, il mio personaggio, che ha sposato un ricco signore moribondo, suscita simpatia anche se è attaccata solo all’eredità. E’ la regola del mondo manovrato dal denaro. ‘C’est l’argent qui fait la guerre’, dicono i francesi. Proprio perché viene messo in luce il lato negativo dei personaggi, abbiamo anche lo spunto per fare una riflessione su questo argomento: il Dio denaro”.

“Perché gli spettatori, anziché scandalizzarsi e indignarsi, si incuriosiscono per la situazione e addirittura si divertono?”

Gianfranco Jannuzzo“Si divertono perché quando esorcizzi la morte parlando di funerali e di cadaveri che non si sa se lo sono realmente. susciti sempre l’ilarità del pubblico.  Anche nei confronti del denaro vale la risposta alla sua domanda molto intelligente. Gli spettatori, invece di scandalizzarsi per il comportamento delle canaglie che vedono sul palcoscenico, ritrovano loro stessi nel frangente in cui devono confrontarsi con i soldi. Perché il denaro inevitabilmente ci corrompe, al di fuori dell’ipocrisia che circonda queste cose. A un certo punto lo diciamo anche nello spettacolo: ‘Se hai troppo denaro, diventi arrogante’. ‘Se ne hai poco, diventi vigliacco o ricattabile’. Te ne serve poco anche solo per condurre una vita dignitosa. Quindi è vero: il pubblico ride ed è prontissimo a ridere e a scherzare proprio per esorcizzare questo lato un po’ sinistro di una commedia ‘noir’.

E’ un umorismo nero alla francese, creato da uno scrittore molto esperto di teatro e molto abile nella scrittura teatrale. Anche la regia di Patrick Rossi Gastaldi ci ha aiutato molto a credere più in noi stessi, pur in questa veste in cui Debora gioca in modo molto intelligente sulla sua fisicità prorompente, divertendosi a essere molto ironica e autoironica. Io, che all’inizio sono molto antipatico perché penso solo ai soldi, e quindi molto arido e avido, poi divento una specie di Paperino, perché di tutti i progetti non me ne va bene uno. Quindi finisco per risultare una simpatica canaglia. Credo che ci sia questo alla base del gradimento da parte del pubblico”.

“C’è un crescendo nel corso della commedia o si intuiscono subito le intenzioni meschine dei protagonisti?”

Debora Caprioglio“Entrambe le cose. Si intuiscono subito le intenzioni dei personaggi, perché risulta immediatamente chiara una cosa: PARE che una persona sia venuta a mancare. Anzi, secondo me si fa il percorso al contrario: all’apertura del sipario è chiaro che è successo un fatto. Tutti i personaggi che ruotano intorno alla storia hanno il loro obiettivo. Però a un certo punto tutto questo verrà messo in dubbio. Succederanno infatti delle cose all’interno della commedia e ci saranno dei colpi di scena che lasceranno lo spettatore e soprattutto i personaggi a bocca aperta. Per cui si parte da subito con un intento già dichiarato: vogliono tutti i soldi di questo signore, a parte la fedele governante interpretata da Antonella Piccolo. Tranne da parte sua c’è un interesse che gira intorno a quest’uomo. Però purtroppo i giochi verranno cambiati, come spesso capita nella vita”. 

“L’ultima domanda per Gianfranco Jannuzzo. Il suo personaggio alla fine fa un monologo. Faccio solo una domanda generica per non rovinare la sorpresa: si tratta di un monologo che possiamo definire “catartico”?

“Sì. E’ un’idea precisa del regista Patrick Rossi Gastaldi, che ha detto: ‘Non ci dobbiamo vergognare di fare la morale’, come avviene nelle commedie di Molière della tradizione più nobile. C’è un momento in cui mi fermo a dire: ‘Ma io sono diventato veramente così? Sono davvero io quel bambino che sognava di cambiare il mondo? Posso ridurmi così solo per denaro?’ Diventa proprio un esame e una presa di coscienza”.

(intervista e riprese video di Andrea Simone)