Simone Montedoro e il cast di “L’uomo ideale”

L’amore in tutte le sue sfaccettature, i problemi, le gioie, i dolori, le risate e le lacrime sono in scena al Teatro Martinitt di Milano dall’8 al 19 febbraio. In un crescendo irresistibile di gag, malintesi ed equivoci i protagonisti si muovono sulla trama di una brillante commedia, i cui temi principali sono la solitudine, il successo, la realtà che si scontra con i sogni, l’amicizia, il lavoro, le relazioni tra persone dello stesso sesso, la solidarietà e la competizione.

L’uomo ideale è uno spettacolo scritto da Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli e Toni Fornari, che ne è anche il regista ed è protagonista sul palcoscenico con Simone Montedoro, Emanuela Fresi e Noemi Sferlazza.

Parlano Simone Montedoro, Noemi Sferlazza, Emanuela Fresi e Toni Fornari

Ci parlate a turno dei vostri personaggi? Cominciamo da Simone Montedoro, che mi sembra l’elemento destabilizzante, in senso negativo o positivo, della situazione.

Simone Montedoro: Damiano Brunori, il personaggio che interpreto io, si presenta a casa di Giada e Lollo, perché affittano una stanza nel loro appartamento. Fa colpo su tutti e due, che sono alla ricerca dell’amore che forse Lollo ha cinicamente abbandonato. Giada invece sogna ancora il principe azzurro. Apparentemente Damiano Brunori sembrerebbe un uomo affascinante e accomodante, ma sarà l’uomo ideale?

Noemi Sferlazza: Giada è un’inguaribile romantica, alla ricerca dell’uomo della sua vita con cui formare una famiglia e avere figli. Vive con Lollo che ormai la “smonta” in continuazione, perché ormai non crede più nell’amore. Lei e Lollo sono le due facce della stessa medaglia, quindi è lei che decide di affittare questa stanza e creare tutto questo mondo, che poi è lo spettacolo.

Emanuela Fresi: Io sono una verace signora delle pulizie di casa di Lollo e il mio è un personaggio un po’ diffidente. La sintesi potrebbe essere “Ida non si fida”!

Toni Fornari: Io sono Lollo, ma non credo nell’amore, ho storie da “una botta e via”. Infatti, quando parlo a Giada le dico sempre che è in cerca dell’amore e che l’uomo ideale non esiste. Lei mette in affitto una stanza e lo fa esclusivamente perché una nostra amica comune ha trovato l’uomo ideale proprio affittando una camera della propria casa. A lei viene la stessa idea e quando arriva lui, lei impazzisce subito. Il problema è che impazzisco anch’io. Quindi diventa una lotta tra amici per conquistare Damiano. La commedia parla dell’amore e della solitudine, ma soprattutto dell’amicizia e di come può arrivare a incrinarsi un’amicizia storica come la nostra per l’amore.

Si ride tanto ma c’è anche un po’ di amarezza di fondo?

Noemi Sferlazza: Secondo me sì, perché parliamo anche della solitudine e della ricerca ossessiva di una persona con cui condividere la vita, che a volte può anche diventare un’ossessione per qualcuno. C’è sotto qualcosa di importante che rappresenta tutte le persone.

Una domanda per l’autore, Toni Fornari: c’è un genere cinematografico o teatrale a cui ti sei ispirato con gli altri due autori per la scrittura di questa commedia?

Toni Fornari: Noi abbiamo scritto tante commedie. Tre di queste sono diventate anche film…

Simone Montedoro: Sperando che diventi un film anche questa!

Toni Fornari: Stiamo preparando la sceneggiatura di questo spettacolo. E’ la commedia all’italiana, che se fatta bene, mette in risalto i difetti della società. In questo caso si parla di tutto: di amicizia, amore, solitudine e di omosessualità. Lo si fa scherzando ma neanche troppo, come quando loro ricordano il momento in cui io da giovane mi ero trasferito in una scuola, venivo un po’ bullizzato e Giada mi aveva invece capito subito. Si ride tanto perché è una commedia di un’ora e mezza che vuol far divertire. Se poi qualcuno vuole trovare anche qualcosa su cui riflettere, va benissimo.

Simone Montedoro: Vi aspettiamo a teatro per capire se il partner ideale esiste e quanto siamo disposti a mettere in discussione anche un’amicizia che dura dai tempi della scuola!

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini
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