Immaginate da una parte un donchisciotte senza soldi sempre comicamente in lotta con la vita, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di licenziamento nell’altra; così disilluso che decide di compiere un gesto folle e disperato: rapire la ministra e nasconderla in cantina.
L’ho fatto per il mio paese è in scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 25 novembre. Scritta da Francesco Freirye, Andrea Zalone e Antonio Cornacchione (anche protagonista), lo spettacolo è diretto da Daniele Sala e interpretato da Ippolita Baldini.
La parola ad Antonio Cornacchione
“Secondo lei in Italia c’è qualcuno di così disperato che potrebbe arrivare a compiere un gesto simile a quello del protagonista della commedia?”
“Naturalmente la commedia non parte da un fatto concreto, perché è abbastanza surreale, però potrebbe succedere. E’ già accaduto in altre situazioni che qualcuno preso da una certa aria che c’è in giro possa compiere un gesto sconsiderato come quello del protagonista, anche se lui in realtà non la rapisce volontariamente. Lo fa a sua insaputa perché la ministra cade dalla bicicletta, lui la trova lì e decide di portarla a casa anziché in ospedale. Lo spunto è abbastanza concreto ma surreale.”
“Cosa viene fuori dallo scontro tra i due mondi? Quello dell’esodato e quello della ministra.”
“Con l’autore abbiamo voluto partire da uno scontro politico per arrivare alla fine a un incontro individuale, perché queste due persone si incontrano nella loro solitudine. Lei è una ministra che ha sempre pensato al lavoro e si scopre infelice dal punto di vista coniugale. La stessa cosa succede a lui. Alla fine si trovano due solitudini che si accompagnano. Questo è il tema della commedia.”
“Il protagonista agisce più per se stesso o più per il suo Paese?”
“Lui dice di averlo fatto per il suo Paese, ma poi ammette di averlo fatto per sé perché era stufo della propria vita. Quindi una cosa entra nel campo dell’altra.”
“Sabato 17 lei parteciperà al Teatro Martinitt a una tavola rotonda sulla legge Fornero. Ce ne vuole parlare?”
“Noi siamo partiti da questo spunto, ma soprattutto da quello secondo cui molti pensionati italiani vanno all’estero perché con la loro pensione in Italia non arrivano alla fine del mese, mentre in altri Paesi potrebbero fare una vita da nababbi. Il tema degli esodati è un tema che non è stato risolto come quello delle pensioni, perché la famosa quota 100 rimane un miraggio. In Italia la pensione non sarà mai certa, quindi il tema viene riproposto ciclicamente ad ogni governo.”