“LAMPEDUSA E’ UNO SPIFFERO”: IL LUOGO NON LUOGO

Uno dei pezzi di terra più a sud di tutta l’Europa è Lampedusa. E’un’isola piccola, molto più vicina all’Africa che al resto d’Europa. E’territorio italiano e da lì si può godere di una visuale tutta privilegiata su uno dei temi caldi del nostro scintillante presente: la migrazione enorme, biblica, di popolazioni del sud del mondo, in direzione dell’Occidente ricco. Lampedusa è uno spiffero è in scena al Teatro Linguaggicreativi di Milano il 24 e il 25 novembre. E’ stato scritto e diretto da Norma Angelini e Fabio Monti, che ne è anche protagonista.

Quattro domande a Fabio Monti

“E’ l’isola di Lampedusa la vera protagonista dello spettacolo?”

“No. Il vero protagonista dello spettacolo è lo sguardo occidentale attraverso gli occhi di un posto che condensa in 15 x 3 km di scoglio sperduto in mezzo al mare paure, speranze, messaggi facili, opportunismi, eroismi morali e abiezioni di ogni tipo da una prospettiva privilegiata, che è quella del totale isolamento in cui la parola “sbarchi” aveva un senso.”

“Perché avete voluto ridicolizzare i luoghi comuni?”

“Perché i messaggi semplificatori che si diffondono su temi complessi aumentano nel tempo e aumenta la banalizzazione, quella del manifesto della Lega con l’indiano che dice “Anche loro hanno avuto l’immigrazione”. Questo tipo di messaggi è andato talmente avanti e si è talmente radicalizzato che non sembra diminuire, anzi aumenta. Abbiamo cercato di farci carico di questi luoghi comuni il più possibile, sia in modo da prendere in giro il messaggio semplice “ognuno a casa propria” sia quello contrario che dice “occupiamoci di loro”. Entrambe le cose sono incompatibili con la realtà e quindi ci siamo fiondati in questo iato per cercare di fare del teatro uno strumento di conoscenza oltre che di emozione, per noi e per gli spettatori.”

“Quali sono le contraddizioni di quest’isola?”

“Te ne dico una: quando hanno cominciato ad arrivare le barche dei migranti, erano piccole imbarcazioni con 15-20 persone a bordo. Lo Stato era completamente assente. Su quest’isola sperduta in mezzo al mare i lampedusani hanno dovuto arrangiarsi da soli. Questo significa dargli da mangiare e curare le persone che arrivavano malate senza avere un ospedale funzionante. In questa situazione ci sono stati anche politici della Lega Nord a Lampedusa come Angela Maraventano che si sono dati da fare attivamente e concretamente per un decennio pieno, portando le coperte e il cibo dal proprio ristorante. La contraddizione viene fuori nel momento in cui si vede che il turismo aumenta e l’allarmismo sulla migrazione si concentra sull’isola di Lampedusa. E’ lì che la paura di perdere la ricchezza arrivata improvvisa e fortissima fa sì che quelle stesse persone – che davano da mangiare e ricovero ai migranti che arrivavano veramente da soli senza traffico di esseri umani – siano poi diventate le più favorevoli ai respingimenti anche armati. Lì c’è la contraddizione che stanno vivendo l’Occidente e l’Italia. Ci sono paure perfettamente razionali che poggiano su uno stato d’animo completamente irrazionale. E’ la stessa paura che faceva pubblicità all’isola di Lampedusa e che permetteva al turismo di aumentare anno dopo anno.”

“La pietà umana è un bene da salvare?”

“La pietà umana è l’unico bene irrinunciabile da salvare, mentre il mondo sembra completamente impazzito da ogni punto di vista. Difficile pensare di poter salvare la verità, la fratellanza o l’onestà. Guardare al futuro con un ottimismo maggiore è possibile solo attraverso la pietà umana. Questo è il motivo per cui gli esseri umani all’interno del pianeta Terra sono diventati quello che sono. E’ l’empatia, quel dono stranissimo di cui gli esseri umani sono dotati. Questo fa sì che il teatro rimanga uno strumento essenziale, proprio per questo motivo.”