L’arte della gioia ci racconta la storia di Modesta, nata nel 1900 da una famiglia poverissima della Sicilia, e che attraverso la volontà lucida di essere felice senza soccombere ai pregiudizi, affonta la vita, passando dal convento all’aristocrazia, con un’esplosione di vitalità, erotismo, intelligenza e dolore. E’ un personaggio amorale, alla ricerca appassionata e sensuale dell’autocoscienza e dell’autodeterminazione. Sfida la cultura patriarcale, fascista, mafiosa e oppressiva in cui vive. Un modello di donna spiazzante e anomalo che cattura. Lo spettacolo, una produzione AtirTeatroRinghiera, debutta il 3 maggio al Teatro Franco Parenti di Milano dove rimarrà in scena fino a domenica 13. Tratto da un reading teatrale di Goliarda Sapienza, vede protagonista Sandra Zoccolan, accompagnata alla fisarmonica da Guido Baldoni.
La parola a Sandra Zoccolan
“Perché Modesta è un personaggio amorale?”
Non la si può definire immorale perché non va contro qualcosa, ma cerca di seguire la propria strada. E’ quasi una formazione basata su una ricerca attraverso una lucidità intellettuale grazie alla quale trova una strada autonoma e indipendente dove cerca di studiare emozioni e pensieri. Non la si può etichettare come una persona che va contro delle leggi o dei luoghi comuni. Nelle varie relazioni che incontra e che vive, Modesta cerca di sviluppare un pensiero proprio. A volte risulta cinica, però a guidarla è proprio la manifestazione della sua ricerca di felicità su tutti i piani: emotivo, sessuale e intellettuale. E’ una donna al di fuori di regole predefinite. Lei dice che il destino è cedere a una volontà inconsapevole di qualcosa che è stato imposto dagli altri. Invece, lei con la sua presenza lucida, dice di poter essere in grado di scegliere quotidianamente quello che la porterà a essere felice, anche se la felicità a volte può coincidere con i momenti più terribili di una sofferenza. Alla fine del testo canto una canzone in dialetto siciliano scritta da Giuni Russo, che parla del senso di solitudine di due persone. Si intitola “Strade parallele” ed è la storia di due persone che vivono un senso di solitudine e di amore. Potrebbe sembrare una cosa negativa, ma in realtà queste due persone trovano il nutrimento per il loro stato naturale.
“E’ una seduttrice nata?”
Lo è in modo naturale. E’ spontanea anche nel primo incontro con il suo compagno, ma si comporta in maniera quasi scientifica, studiando però anche tutta la parte sensuale, libera e spontanea. C’è sempre un parallelismo tra il ragionamento e il lasciarsi andare a livello emotivo e sentimentale. Quindi è una sedutterice ma non per una scelta ragionata e machiavellica ma come ricerca del piacere. Non lo è per sedurre qualcuno.
“Il testo da cui è tratto è un romanzo che ha fatto scandalo?”
Sì, al punto che non è stato pubblicato. E’ stato rifiutato in quanto era un romanzo immorale. Venne scritto nel 1967 ma è stato pubblicato solo nel 1976. Fu stampato da suo marito nelle edizioni Stampa Alternativa ma non venne diffuso, mentre in Germania e in Francia è stato tradotto nel 2005 e nel 2006. Finalmente è arrivato anche in Italia dove fiinalmente è stato accettato. Ma in anni in cui nel nostro Paese dominava la Democrazia Cristiana non veniva visto di buon occhio perché Modesta non rientrava nelle norme della convenzione sociale.
“E’ più un romanzo di avventura o di formazione?”
Entrambe le cose, infatti è difficile etichettarlo. Da una parte può sembrare anche una favola, quindi un romanzo d’avventura dove si raccontano storie che spaziano in un arco di tempo che va dal 1900 al 1960. Passa in rassegna la propria crescita, la propria ascesa sociale, il periodo storico in cui ha vissuto, tutte le sue avventure e il suo percorso di formazione. Può anche essere visto come un romanzo storico, perché vengono raccontate anche tutte le vicende che accadevano in quegli anni. Però non è etichettabile in nessuna categoria.