Nella commedia Nuvole di Aristofane, un tal Strepsiade manda a scuola dal filosofo Socrate il figlio Fidippide, perché impari a fare bei discorsi in modo da imbrogliare i creditori. L’operazione riesce sin troppo bene: i creditori vengono sì cacciati via, ma l’allegria del genitore per l’effimero successo dura poco…
Nuvole di Aristofane è in scena al Teatro San Babila con la regia di Vittorio Vaccaro fino al 27 gennaio. Ne sono protagonisti Christian Gallucci, Stefania Monaco, Michele Pagliai, Margherita Peluso, Ester Spassini e Marino Zerbin.
La parola a Vittorio Vaccaro
“In cosa sta la modernità di questa commedia?”
“La modernità della commedia sta nel discorso stesso: Aristofane è molto moderno in tutte le sue opere e in tutte le sue pièce teatrali, dove racconta di situazioni come la politica, la società, gli esseri umani e i rapporti. Quindi secondo me la modernità sta in questo: quando si riesce a parlare dell’umanità e dei problemi sociali e politici che anche oggi viviamo e che non sono mai cambiati, più che di modernità si parla di contemporaneità.”
“Come viene presentato qui Socrate?”
“E’ un lavoro anche ironico che si racconta tramite la commedia dell’arte e l’avanspettacolo. Quindi è un Socrate vanitoso, che gioca con la propria sessualità, ma non in modo troppo spinto. Mi piace trattare la questione in modo delicato. Lo spettacolo è un gioco di stile e anche Socrate è trattato in questo modo.”
“C’è una qualche somiglianza con la commedia dell’arte?”
“Molto. C’è la geometria della commedia dell’arte e c’è una pedana dalla quale gli attori scendono e su cui salgono. Gli attori che non stanno in scena sono fuori su due panche molto neutre dove fuori dalla scena non sono nulla. Quando salgono sul palco, diventano personaggi, quindi tanti codici rubati o presi in prestito dalla commedia dell’arte rendono lo spettacolo una messinscena della commedia dell’arte all’80%.”
“E’ uno spettacolo che fa più ridere o più riflettere?”
“E’ uno spettacolo che fa riflettere ridendo.”
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Roberta Cucchi per la gentile collaborazione