Lina Sastri, “Maria Maddalena”

Un racconto appassionato e spietato cui dà corpo e voce una straordinaria Lina Sastri, che questa volta firma anche la drammaturgia e la regia, e che sul palco è affiancata da due musicisti: Filippo D’Allio alla chitarra e agli arrangiamenti, e Domenico Monda alle percussioni.

Maria Maddalena è in scena al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano fino al 5 marzo ed è tratto dal libro Fuochi, di Marguerite Yourcenar. Un monologo che è uno straordinario canto poetico, in cui prende forma una storia d’amore dolorosa e appassionata. La storia di una mancanza che segna la vita di Maria Maddalena.

La parola a Lina Sastri

Perché Maria Maddalena è condannata a un destino di solitudine e infelicità?

Perché è schiava di una passione enorme che non è religiosa ma è una passione umana per Gesù, per il Cristo. Non ha niente di religioso dentro di lei. E’ per questo che mi sembrava interessante rappresentarla per me che invece sono credente. La guida proprio questa passione, non verso l’innocenza ma verso l’unicità di questo Cristo nel quale lei riconosce anche un suo percorso personale. La non corrispondenza di questa passione amorosa le provoca una ferita d’amore assolutamente insanabile e una solitudine enorme. E’ una specie di condanna alla solitudine.

Qual è il tipo d’amore di cui è portatrice Maria Maddalena?

Questa Maddalena della Yourcenar di cui parliamo in particolare, che è un racconto letterario tratto da Fuochi, ha un solo tipo d’amore assolutamente concreto, umano e terreno. Non ha nessun tipo d’amore religioso, è un’assenza totale di fede, tant’è vero che quando Cristo muore, c’è il suo dolore enorme di donna, di persona che ama il Cristo, ma lei continua a pensare che sia un sacrificio inutile e non crede neanche alla risurrezione, anche se poi assiste al fatto che Cristo, dopo essere risorto, non viene più visto da lei. E’ un solo amore, quello di una persona che ha prima un amore per Giovanni e poi, tradita da lui, arriva prima alla vendetta e all’odio, e poi alla grande passione per Cristo.

Che tipo di lavoro ha fatto sul testo di Marguerite Yourcenar?

Intanto non è proprio tutto il testo letterario così com’è scritto, perché non è un reading o una lettura o un racconto. E’ una personificazione di Maddalena teatrale. Ho quindi immesso una colonna sonora con due musicisti dal vivo che ogni tanto, sia all’inizio che alla fine che durante lo spettacolo, fanno un contrappunto musicale a quello che avviene, perché il linguaggio è quasi jazzistico: ha delle corse e delle fughe veloci e dopo queste rapidità, ha delle pause e delle lentezze. E’ un po’ come se fosse un linguaggio rapsodico. Io ho tradotto in qualche modo anche la resa del racconto cambiandolo. Infatti il sottotitolo è diventato “la mancanza”, non “la resurrezione”, perché credo che la testimonianza che mi arriva sia proprio quella di una grande mancanza.

Maria Maddalena è di sicuro una delle figure più famose e controverse del Cattolicesimo. In chiusura, se me lo consente, vorrei farle una domanda personale: che rapporto ha Lina Sastri con la religione?

Io sono una credente assoluta, lo sono sempre stata e continuo ad esserlo, anche se con maggiore fatica nel tempo, perché il mondo che ci circonda ci assedia sempre di più e a volte ci toglie quella forza che invece la fede ci dà. Il mio rapporto con la fede è quindi forte. Per me la fede è importante, è un dono. Non possiamo crearcela: o ce l’abbiamo o non ce l’abbiamo.

  • Intervista di Andrea Simone
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  • Si ringrazia Linda Ansalone