“L’INNOCENTE”: TRA SUSPENSE E TENSIONE PSICOLOGICA

Una sala d’interrogatorio, un sospettato e due investigatori. Stanno inseguendo un serial killer, che poi le tortura e le uccide in diretta web. Il killer ha lanciato un nuovo ultimatum, ucciderà la prossima vittima entro un’ora. La polizia è sulle tracce giuste? Riuscirà a fermare il killer prima che uccida di nuovo?

L’intervista video a Omar Nedjari, Marika Pensa e Marco Benedetti

L’Innocente è in scena dal 13 al 16 febbraio al Teatro Delfino di Milano. Scritto e diretto da Omar Nedjari, lo spettacolo è interpretato da Federico Zanandrea, Marika Pensa e Marco Benedetti.

Il trailer dello spettacolo

Intervista a Omar Nedjari, Marco Benedetti e Marika Pensa

“Siamo di fronte a un thriller psicologico?”

Omar Nedjari: “Sì, assolutamente. La vicenda è questa: c’è un serial killer che sta rapendo e uccidendo delle persone in diretta streaming, on line. Un’ispettrice lo sta inseguendo da ormai tre settimane e il killer ha detto che ucciderà un’ulteriore vittima nel giro di un’ora. Però l’ispettrice è riuscita a catturare un sospetto. Questo sospetto si dichiara immediatamente innocente, però già da subito si scopre che quello che dice non collima, ci sono delle incongruenze. Allora tutto il lavoro sarà il dialogo tra queste due persone per riuscire a capire se questa persona è veramente innocente e come può esserlo.

E sarà tutto un lavoro di psicologia fra l’ispettrice e questo sospettato, un gioco di menti su chi riuscirà a tirar fuori dall’altro la verità. Il thriller è psicologico in questo senso. E poi affronta molte questioni etiche, cioè qual è la differenza fra la giustizia e la legge. C’è una differenza? C’è una distanza? Qual è la distanza? Ad esempio fino al 1981 era lecito uccidere la propria moglie se si scopriva che aveva tradito il marito. Allora ci sono delle leggi che negli anni si sono dichiarate ingiuste. La giustizia e la legge non sempre viaggiano sullo stesso binario e quindi anche queste questioni etiche verranno affrontate nel testo.”

“Che tipo di lavoro hai fatto sulla psicologia dei personaggi?”

Omar Nedjari: “Ho cercato di costruire dei personaggi che avessero una linea molto forte. E’ come se questi personaggi in qualche modo rappresentassero l’elemento di una tesi. E’ come se ognuno di loro portasse avanti la propria visione della tesi.”

Marco Benedetti: “Un punto di vista forte sugli avvenimenti e ognuno rappresenta un punto di vista in cui forse gli spettatori si possono identificare. La cosa bella è che uno è teso in una sorta di dubbio fra passare da una parte o dall’altra, perché mette in crisi il punto di vista.”

“Come può essere innocente questo serial killer?”

Omar Nedjari: “Il serial killer non è sicuramente innocente, però effettivamente ci saranno delle cose non tanto che lo scagionano dall’atto che ha fatto ma che cercano in qualche modo di giustificare quello che sta facendo.”

Marika Pensa: “Infatti c’è una battuta che dice il nostro innocente, che è “Siamo tutti colpevoli di qualcosa”. Bisogna capire qual è il prezzo di questa colpevolezza e se c’è un prezzo.”

“Si gioca tutto sul filo del rasoio tra suspense e tensione?”

Omar Nedjari: “Ci proviamo. “

Marco Benedetti: “Come dico sempre a Omar, sono contento di aver visto e di aver potuto leggere, interpretare e conoscere un testo che ha degli elementi originali, interessanti e coinvolgenti su un filone di cui abbiamo già visto e letto tanto. Quindi trovare un testo interessante e coinvolgente su un argomento che abbiamo già visto rappresentato tantissime volte è comunque secondo me un fatto da rilevare.”

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Elena Simoncini per la collaborazione