E’ in scena fino al 28 ottobre al Teatro Litta di Milano L’insonne, liberamente tratto da Ieri di Agosta Kristof. Adattato da Raffaele Rezzonico e Claudio Autelli, che firma anche la regia, lo spettacolo è interpretato da Alice Conti e Francesco Villano. La voce registrata è di Paola Tintinelli.
Lo spettacolo nasce dal desiderio di restituire scenicamente la potenza della scrittura di Agosta Kristof, di indagare i temi a lei cari e che hanno un forte legame con la sua storia personale: il ricordo dell’infanzia, il rapporto fra fratelli, la memoria, la solitudine, la condizione dell’esule in terra straniera e l’amore per la scrittura.
Intervista a Claudio Autelli
“Che lavoro avete fatto sull’opera di Agosta Kristof?”
“Insieme a Raffaele Rezzonico che ha curato l’adattamento insieme a me abbiamo trasposto questo testo, che è scritto come se fosse un diario in prima persona dal protagonista. Noi abbiamo cercato in qualche modo di stanare l’autrice affidando la narrazione a due attori: al protagonista e a una sorellastra e donna ideale che il protagonista sta aspettando. Il terzo attore in scena è l’autrice stessa che nel libro presenta queste poesie che lei ha scritto vent’anni prima del romanzo, nel periodo in cui lei stessa lavorava come operaia, ma sono sue poesie autobiografiche che entrano in risonanza con la storia dell’operaio. In scena è anche presente la voce off di Paola Tintinelli, che fa le veci dell’autrice. Quindi si vedono questi vari aspetti, come se l’autrice desiderasse dialogare con se stessa.”
“Quali sono i temi che vengono trattati nello spettacolo?”
“Sicuramente il tema dell’estraneamento rispetto al presente. Un disagio di vivere un presente che non ci corrisponde. In questo caso anche tutte le tematiche di questo testo sono autobiografiche. L’autore e l’autrice stessa sono emigrati dall’Europa dell’est, quindi c’è la frattura col passato, con un’infanzia e con una radice che si è spezzata, quindi i temi, oltre all’estraneamento riguardano l’elaborazione della memoria.”
“Perché il linguaggio del teatro deve rivelare e non descrivere?”
“Non mi piace fare spettacoli a tesi che diano la lezioncina. Devono mettere in luce delle contraddizioni che rivelano qualcosa alla sensibilità degli spettatori.”
“Perché Agosta Kristof ha definito la sua scrittura una menzogna?”
“Perché è lo stesso paradosso che c’è nel teatro: la menzogna in quanto finzione. Attraverso la propria finzione e la propria menzogna il teatro cerca di rivelare qualcosa. E’ un movimento analogo a quello dell’arte drammatica.”
(intervista e riprese video di Andrea Simone)