SE MASSIMILIANO LOIZZI DIVENTA “IL RE NUDO”

Massimiliano Loizzi torna con una nuova stand-up comedy ispirata al suo più recente successo letterario: Maledetta primavera, edito da People di Giuseppe Civati.

L’intervista via Skype

In poco più di un’ora, al centro culturale BASE Milano, Loizzi, volto noto del Terzo Segreto di Satira, intratterrà il pubblico domenica 25 ottobre con Il re nudo, raccontando la propria vita, quella della propria famiglia e del paesino in cui si è trasferito per sfuggire alla metropoli. Una comica e ironica riflessione sulla verità, sulle fake news e sull’uso deviato dei mezzi di comunicazione di massa. Emozione, avventura, tensione, paura, dramma, poesia, satira e tante risate amare.

Il trailer di Il re nudo è visibile cliccando su questo link: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223267194018556&id=1545636236

4 domande a Massimiliano Loizzi

Raccontaci il percorso che hai fatto per trasformare il tuo libro in una stand-up comedy.

Volentieri! Ormai è una pratica consolidata. Ho fatto la stessa cosa l’anno scorso, quando è uscito il mio primo libro per la Rizzoli, Quando diventi piccolo. In realtà il percorso è molto semplice: il mio modo di scrivere è più o meno lo stesso, sia per gli spettacoli che per i romanzi. Quando scrivo – e lo faccio prevalentemente di notte – penso e dico quello che è frullato per mesi nella mia testa. Poi arriva un momento in cui mi fermo, butto giù le idee, le dico ad alta voce e vedo come funzionano. Soprattutto cerco di vedere se scorrono veloci nel dirle.

Ovviamente, scrivendo il romanzo, si ha un tempo più lungo e dilatato e ci si può concentrare di più sui dettagli rispetto a una stand up comedy che deve avere tempi e ritmi comici. Il procedimento è però quasi il medesimo. Quindi mi sono dato con più lentezza al romanzo e in queste notti invece mi sto dando ritmo, scegliendo quali parti possono funzionare di più dal vivo. La base è però la stessa: raccontare una storia e far sì che nella mia testa funzioni.

Quanto racconti di Massimiliano Loizzi non tanto come attore comico ma come persona, e della tua famiglia?

Moltissimo! Lo dico anche nel romanzo e nello spettacolo. Accade molto spesso che mi chiedano se quello che racconto sia vero. Perché soprattutto negli spettacoli succede che uno voglia far apparire in scena uno spettacolo più grande della vita stessa. E’ una frase bellissima che diceva Emir Kusturica: il cinema e il teatro devono essere sempre più grandi della vita stessa. Sono assolutamente d’accordo. Quindi alcune cose che possono sembrare incredibili mi sono successe veramente: il 90% di quello che racconto appartiene proprio a me. Più che un inventore sono una persona che riporta le cose, quindi quando le racconto sembrano quasi irreali. Invece sono frutto della realtà, perché molto spesso la realtà supera di gran lunga la fantasia.

Da circa un anno mi sono trasferito con la mia ragazza, il mio bimbo e la mia bimba in una cascina di un paesello in campagna a 30 km da Milano. Quindi ho visto in realtà che il paesino diventa metafora del paesone, perché cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

Come nasce la scelta del titolo “Il re nudo” e perché non hai usato quello del libro, “Maledetta primavera”?

Ti dico spudoratamente che è una scelta “commerciale”, perché raccontano più o meno la stessa storia che parte da me, ma in realtà sono due esperienze completamente diverse come lo è anche il modo di raccontarle. Quindi non è necessario aver letto il libro per vedere lo spettacolo e viceversa, ma ho deciso lo stesso di dargli un altro titolo. Il nome del nuovo spettacolo ha però acquisito delle caratteristiche particolari, perché durante il lockdown ho raccontato favole ai miei bimbi. Ogni sera raccontavo una favola a puntate ed è una cosa che mi ha divertito moltissimo, anche perché io ho proprio la necessità di recitare e dopo due mesi che non lo facevo, ho scelto i miei bimbi come pubblico. Erano favole come Il mago di Oz o Re Artù.

Raccontando I vestiti nuovi dell’imperatore, cambiando l’imperatore con Salvini, i vestiti nuovi e i sarti con l’algoritmo, e modificando quella favola con l’attualità, mi sono accorto che è attualissima: parla di quanto usiamo oggi le false verità per arrivare ad altre verità. Quindi ho deciso di usare questa favola nella stand up comedy. Questo mi ha molto galvanizzato e a quel punto mi è venuta l’idea dello spettacolo: Il re nudo, che parte proprio da lì.

Nella presentazione del libro e dello spettacolo tu dici una cosa che fa già sbellicare dalle risate: “è anche la storia di un uomo di sinistra in Italia, e quindi è una tragedia, che suo malgrado fa molto ridere”. Perché essere di sinistra oggi in Italia è una tragedia?

La tua è una domanda retorica! Perché io sono del 1977 e quindi comincio a parlare della mia generazione a chi oggi ha vent’anni. Quindi faccio parte di quella generazione che credeva nella costruzione di un altro mondo possibile: sono stato a Genova nel 2001, appartengo ai fasti di quel gruppo che ha manifestato e creduto in qualcosa. Forse è anche endemico dell’età dire che ai miei tempi era così. Io cerco però di evitare quest’aspetto, perché credo che tutti i tempi abbiano la loro ragione d’essere. Però essere di sinistra in Italia oggi è oggettivamente duro: non ci sono punti di riferimento fermi, reali e concreti. Quindi cerco di raccontare in modo ironico e simpatico che cosa significhi essere genitori oggi, tentando di dare ai propri figli l’idea di un altro mondo possibile.

Inoltre Il re nudo parte proprio dal fatto che siamo venuti in campagna per creare quell’altro mondo possibile partendo dalle piccole cose. Perché quando si hanno vent’anni si vuole cambiare il mondo in un modo radicale. A quaranta cerchi di farlo dal tuo piccolo, quindi nel mio caso dal mio bimbo e dalla mia bimba, partendo da loro e insegnando a loro. A sessanta invece posti le foto dai cagnolini scomparsi su Facebook e lì è finita! Parto proprio da questo concetto per raccontare la sinistra in Italia e dove è andata a finire.

  • Intervista video di Andrea Simone