E’ tempo di ricominciare a vivere e di riscoprire Milano. Ci sono tanti modi per raccontarla. Per esempio, attraverso un ospite rappresentativo per la nostra città che porti una storia, un’esperienza, un punto di vista. Milano però è anche divertimento, musica e comicità. Ecco allora che tutti questi elementi si fondono, per dare vita a una serata inconsueta dove gli ospiti di turno fanno da filo conduttore insieme al fascino della musica d’autore e a una sorridente ironia.
Leonardo Manera e Alessandro Milan dedicano il loro spettacolo al capoluogo lombardo, ospitando ogni volta personaggi significativi per la nostra città. Tre le serate in cartellone al Teatro Manzoni: il 14 novembre, il 19 dicembre e il 13 marzo. Sul palco, insieme a Milan e Manera, anche i Duperdu, ovvero Marta Marangoni e Fabio Wolf, che avranno il compito di far rivivere al pubblico le atmosfere musicali meneghine, coinvolgendo anche gli spettatori.
Parla Leonardo Manera
E’ Milano la protagonista assoluta di questa spettacolo?
Sì, è Milano attraverso il mio punto di vista, quello di Alessandro Milan e degli ospiti presenti di volta in volta alle serate in cartellone da qui a marzo. Quindi non è una Milano asettica, ma rivisitata dalle esperienze personali e rivissuta, perché gli ospiti del nostro primo appuntamento sono Germano Lanzoni, noto per essere il volto del Milanese Imbruttito, e il velista Giovanni Soldini che – anche se non abita più a Milano – ha vissuto tutta la propria adolescenza nel capoluogo lombardo. Ci racconterà quindi il periodo della sua vita che lo ha portato ad appassionarsi di vela e di mare, passioni che a Milano non si possono coltivare, se non all’Idroscalo.
In che modo rendete omaggio alla città meneghina?
Cominciamo con una rivisitazione di Oh mia bela Madunina, perché cantare la versione originale non è politicamente corretto, oltre a essere di cattivo gusto. Un simbolo religioso cattolico che domina una città popolata da così tante etnie diverse tra loro è un po’ una contraddizione. E’ un modo ironico per prendere in giro il politically correct eccessivo. Le rendiamo omaggio anche attraverso i luoghi più rappresentativi per i nostri ospiti, quindi ci sarà modo di parlare di tanti posti milanesi. Questi sono i nostri principali tributi. Per esempio, io parlerò della mia zona, quella di Piazza Udine, descrivendola in modo meraviglioso, anche se probabilmente non lo è. Poi ci sarà una storica dell’arte che parlerà di casa Galimberti, un simbolo dello stile liberty milanese.
Quali sono i punti forti e quali i punti deboli di Milano?
Io sono originario del lago di Garda. Mi sono trasferito a Milano quando avevo 22 anni, nel 1989, in un periodo particolare, a cavallo tra la fine della “Milano da bere” e lo scoppio di Tangentopoli. Quello che ho notato, al di là dei luoghi comuni, è che Milano è una città molto accogliente, sia dal punto di vista umano che da quello del mondo del lavoro, che dà modo di provare a fare quello che si vuole senza giudicare le caratteristiche di una persona. Credo che questo sia l’aspetto migliore di Milano: è una città senza pregiudizi. Arrivato in città, ho sofferto molto la solitudine per due anni. Quando poi ho cominciato ad ambientarmi, invece, ho trovato una grande e accogliente umanità. Speriamo che la Milan col coeur in man continui a esistere.
Il vostro è un omaggio solo alla città o anche ai milanesi?
Appena arrivato a Milano, ho lavorato in tutti i locali di cabaret. Seguivo sempre un comico, il primo milanese doc che ho conosciuto: Walter Valdi. Faceva l’avvocato e il suo vero cognome era Pinnetti. Usava “Valdi” come nome d’arte nel mondo del cabaret per non mischiare le due professioni. Anche in questo caso, dopo un primo momento in cui sembrava un po’ “sulle sue”, ho avuto modo di conoscerlo bene e di apprezzarne le caratteristiche durante una tournée estiva insieme. Mi rifaccio a lui, perché per me è stato un maestro e anche per l’eleganza che lo contraddistingueva quando stava sul palco. Lo omaggiamo con una canzone, che era un suo cavallo di battaglia: Però però però. Il nostro spettacolo quindi, è un omaggio ai milanesi, perché più si conoscono, più ci si rende conto di quanto siano persone che vale la pena di frequentare.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Manola Sansalone per la collaborazione
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