Si torna a vivere e a sorridere. Farlo a teatro è ancora più bello. Se poi l’occasione è un evento per sostenere il mondo del teatro, ancora meglio! Almeno questo è lo spirito con cui nasce Su il sipario, una serata unica organizzata da “Wondy sono io” e che martedì 15 giugno al Teatro Manzoni di Milano ci farà vivere un paio d’ore all’insegna della spensieratezza, della comicità e della musica. Sul palcoscenico si alterneranno grandi nomi della comicità come Raul Cremona, Rita Pelusio, Claudia Penoni e Nando Timoteo. Raffaele Kohler, Luciano Macchia e Francesco Moglia (la ‘Raffaele Kohler Swing band’) ci faranno sognare con la loro musica. A orchestrare il tutto il deus ex machina Leonardo Manera che condurrà la serata.
Intervista a Leonardo Manera
Leonardo, qual è l’intento di “Su il sipario”?
La serata intanto è quella che si svolge annualmente perché ad organizzarla è l’associazione Wondysonoio, che fa capo ad Alessandro Milan e negli ultimi anni l’ha sempre fatta, tranne nel 2020 – se non ricordo male – a causa del Covid. Quindi è una serata organizzata abitudinariamente. Quest’anno l’idea dell’associazione è proprio quella di aiutare il mondo dello spettacolo rimasto fermo per tanti mesi – praticamente per un anno e mezzo tranne una parentesi durante i mesi estivi nel 2020 – e dunque si è pensato di organizzarla tutta con i comici. Non è la prima volta, però quest’anno l’intento specifico è proprio quello di sostenere il mondo dello spettacolo.
Tu come ti sei preparato per questa serata?
Io ho ricominciato a fare spettacoli dal vivo a maggio, ne ho già fatti tre da quando ci sono state le riaperture e non mi sono preparato per la specifica serata, ma nel corso dell’anno scrivendo anche dei pezzi legati al periodo che stiamo vivendo. Quindi ci saranno anche delle parti sul Covid in cui cerco di trovare anche dei lati umoristici, per quanto la situazione sia stata complicata. Adesso grazie a Dio forse ne stiamo un po’ uscendo.
“Su il sipario” vuole essere non solo un titolo ma anche un auspicio per il futuro?
Sì, perché secondo me molti hanno pensato che lo spettacolo abbia valore solo in quanto tale nel momento dello spettacolo. Invece lo spettacolo per me dà un senso anche alla comunità, allo stare insieme non solo nel momento in cui si va a teatro, quando si parla e alla fine quando si esce insieme agli altri facendo magari quattro chiacchiere. Tutto questo è lo spettacolo. “Su il sipario” vuol dire non stare solo davanti alla telefono, al computer o alla televisione, magari vedendo Netflix. Significa invece uscire, perché il teatro vero è quello che si fa dal vivo, con il pubblico davanti. E’ utile non solo per il momento dello spettacolo ma anche per il senso di comunità che crea.
I dati parlano chiaro: forse è meglio non dirlo troppo forte, ma lo accennavi anche tu poco fa: grazie ai vaccini l’incubo Covid ha davvero i mesi contati. Il teatro è quindi pronto a tornare ai fasti pre-pandemia?
Secondo me c’è molto desiderio da parte delle persone di uscire e vedere spettacoli. Magari è rimasta ancora un po’ di paura, soprattutto nei luoghi al chiuso, ma io ho visto che tutte le regole vengono invece rispettate, anche nelle serate precedenti che ho fatto a maggio. C’è molta attenzione e quindi credo che il rischio di contagiarsi sostanzialmente non ci sia, come non ce n’era a teatro nemmeno a ottobre 2020, quando già tutte le regole venivano molto più rispettate che in altri ambienti.
Solo che – chissà perché – si è pensato che il teatro fosse un luogo prima di tutto non essenziale, abbastanza inutile e superfluo. Quindi rappresenta una delle situazioni rimasta ferma più a lungo. Invece io credo che siano proprio quelle cose che non vengono normalmente ritenute essenziali a dare un senso alla vita. Io spero che la vita proceda in questo senso e non nelle case, ciascuno col proprio telefono isolato dagli altri a consumare tecnologia, perché la vita vera è un’altra cosa.
- Foto del sito wondysonoio.org
- Si ringraziano Manola Sansalone dell’ufficio stampa del Teatro Manzoni e Daniela Strozzi di Arké Eventi per la collaborazione