ANNAGAIA MARCHIORO, “GINA FRANCON – LA PORTINAIA DI PALAZZO CHIGI”

Gina Francon è la portinaia di Palazzo Chigi. Ha visto gli ultimi trent’anni di storia d’Italia passarle accanto. Nata in Veneto e trasferita a Roma con un concorso truccato, come dichiara apertamente per essere onesta fino in fondo, vive tutte le difficoltà di un’immigrata da nord a sud.

Gina Francon – La portinaia di palazzo Chigi nasce da un’idea di Annagaia Marchioro, che ha anche firmato la regia assieme a Gabriele Scotti, e che la vede unica protagonista sulla scena al Teatro Delfino di Milano dal 7 al 9 ottobre.

Immagini del canale Youtube “Annagaia Marchioro”

La parola ad Annagaia Marchioro

Che figura è questa Gina Francon?

Gina Francon è una figura quasi archetipica. E’ nata dal mio desiderio di riuscire a capirci qualcosa di quello che stava accadendo all’inizio del primo lockdown. Non riuscivo a capirci nulla. Parlare in prima persona diventava entrare nel fuoco delle mitragliatrici dell’odio congiunto nei vari social e avevo bisogno di un personaggio super partes che potesse dire qualunque cosa, che in un certo senso si impossessa di me e che ha una saggezza antica. E così è nata questa portinaia. Ho fatto delle prove. All’inizio avevo provato a farla romana e poi è arrivato il veneto, che del resto è anche il mio dialetto primo e quindi è nata questa figura. E’ una signora che potrebbe avere un’età tra i 40 e i 200.000 anni.

Che relazione c’è tra il personaggio di Gina Francon e i social network?

C’è un’ottima relazione, nel senso che lei va fortissimo sui social. Devo cercare di contenerla perché chiaramente io sono un’attrice molto versatile, quindi ci sono tante cose e tanti argomenti che mi interessano. Quindi ogni tanto la Gina prende il sopravvento perché ha un sacco di fan.

In che modo Gina Francon ha aiutato il governo nelle decisioni difficili?

Lo ha fatto dall’inizio, quando è iniziata la prima chiusura e si era rotto il gabinetto della portineria. E’ andata di sopra al gabinetto del governo e a marzo 2020 erano tutti disperati, non sapevano che cosa fare, piangevano. Lei a un certo punto ha urlato: “Fermi tutti!” E così l’Italia si è fermata. Da lì in poi, avendo avuto un’ottima idea ed essendo stata seguita in tutto il resto del mondo, i governi le hanno chiesto se voleva continuare a contribuire e lei ha continuato a farlo.

E’ uno spettacolo politico?

E’ uno spettacolo satirico. Paradossalmente è quasi meno politico degli altri spettacoli che io faccio, anche se questo parla della politica contemporanea.

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  • Intervista di Andrea Simone
  • Foto in evidenza del sito del Teatro Delfino
  • Si ringrazia Elena Simoncini per la collaborazione