SILVIA GIULIA MENDOLA, “MUTUO SOCCORSO”

Immaginate un condominio e due coppie che abitano una di fronte all’altra: una più giovane, con tutta la vita davanti, l’altra decisamente più anziana e con molto meno entusiasmo per il futuro. Matilde e Nicola, i veterani del palazzo, hanno appena finito di pagare il mutuo e aspettano gli amici per festeggiare. Giacomo e Silvia, invece, hanno appena pagato la prima rata del mutuo.

Mutuo soccorso è in scena al Teatro Franco Parenti di Milano dall’8 al 24 ottobre. Scritto da Francesco Brandi e diretto da Raphael Tobia Vogel, vede protagonisti Francesco Brandi, Miro Landoni, Silvia Giulia Mendola e Daniela Piperno.

Intervista a Silvia Giulia Mendola

Vogliamo parlare un po’ del tuo personaggio?

Io interpreto Silvia. E’ una cosa buffa dei testi di Ciccio Brandi, perché si chiama come me. Per abitudine essere chiamata Silvia è buffo, anche in scena quando capita che un personaggio abbia lo stesso nome dell’attore o dell’attrice che lo interpreta. Silvia è un’ex pornostar attuale spazzina, molto innamorata di suo marito, che ha deciso di fare una scelta grossa nella sua vita, cioè quella di rinunciare alla strada che aveva intrapreso, quella della pornostar dove c’erano già delle cose che scricchiolavano, anche se a un certo punto del testo, quando Matilde, l’altro personaggio, le chiede: “Ma perché hai smesso?” lei dice: “Me lo chiedo spesso anch’io”. Magari è una provocazione, però sicuramente ha fatto questo passo per Giacomo, che è il personaggio che interpreta Francesco Brandi. Lo ha fatto per lui, perché si è innamorata, perché ha seguito il percorso che lui le ha indicato.

Ha cominciato per amore a desiderare qualcosa di diverso, come costruire qualcosa, come una casa, come sposarsi. Quindi ha fatto questo grosso passo che ha rappresentato un grande cambiamento nella sua vita. Si trova in questa casa e decide con grande gioia e con il consenso di suo marito di prendere un cane al canile dei problematici. Ovviamente lei è animalista, è vegana e decide di prendere questo cane che diventa un po’ una ragione di vita, come se fosse un figlio. Alle volte succede nelle coppie che l’animale domestico diventi come un figlio. Quindi è un personaggio molto aggressivo, che difende tantissimo il suo cane che viene minacciato. Quindi è aggressiva e violenta, anche se sotto chiaramente nasconde un grandissimo amore per suo marito.

Quali sono le dinamiche che vengono a instaurarsi tra queste due coppie?

Chiaramente c’è una dinamica conflittuale di un diverso concetto di accettare l’altro. Siamo in un condominio e quindi ci si chiede quale sia il confine tra la libertà dell’altro e la propria. Lei ha questo cane che ama come un figlio che abbaia tutto il giorno ed è veramente molto fastidioso. Loro hanno appena finito un mutuo durato quarant’anni e noi abbiamo iniziato a pagarne uno lungo 35. Noi abbiamo davanti tutta la vita e loro l’hanno finita.

Perché l’incontro tra i due rappresenterà il soccorso alle loro esistenze?

Perché in qualche modo, come spesso accade, dal conflitto si generano nuove occasioni e si prendono nuove strade.

E’ più giusto definire questo spettacolo una commedia o una tragedia?

Una commedia, una commedia tragicomica.

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  • Intervista di Andrea Simone
  • Foto in evidenza del sito del Teatro Franco Parenti
  • Si ringrazia Francesco Malcangio per la collaborazione