Due coppie di amici vanno insieme a teatro una volta la settimana per arricchire il loro bagaglio culturale. Una sera, Margareth, Stanley, Donna e Walter decidono di andare a vedere Amleto. Una volta iniziato lo spettacolo, però, tra una caramella e l’altra, tutto fanno tranne che prestare attenzione a quanto avviene in palcoscenico. La pièce si sente solo sullo sfondo, mentre i due parlano di qualunque cosa: dai figli alla scomparsa di un amico.
Metti, una sera a teatro di Lawrence Casler è in scena al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano fino al 5 dicembre. Diretto da Alessandro Averone, presente anche in scena, lo spettacolo vede nel cast Arianna Battilana, Alessia Giangiuliani (che ha curato anche la traduzione) e Mauro Santopietro.
Quattro domande agli attori protagonisti
Partiamo dal regista che è anche nel cast. Che ruolo hai nello spettacolo?
Alessandro Averone: Io interpreto Stanley, il marito di Margaret. Tra i quattro è il personaggio un po’ più greve e meno avvezzo al teatro. Si distrae molto spesso ed è abbastanza annoiato dal contesto in cui si trova. Dimostrerà però di avere una chiave personale di lettura dello spettacolo. Per non svelare troppo, posso dire che sarà molto attinente al sesso in Amleto.
I quattro, senza saperlo, parlano dei temi della tragedia cui stanno assistendo, appunto “Amleto”. Perché?
Arianna Battilana: Perché mentre vedono lo spettacolo, affrontano le loro relazioni. Quindi, attraverso la pièce, si svelano gli altarini delle due coppie di amici. Con il passare del tempo, si sfalda anche un po’ la maschera sociale che hanno tra di loro.
I quattro protagonisti escono dal teatro arricchiti dal punto di vista umano. Perché?
Alessia Giangiuliani: Perché rappresentano fondamentalmente quello che un attore non vorrebbe mai avere tra il pubblico, nel senso che incarnano il peggio che un artista può incontrare negli spettatori, sia per l’ignoranza che per il modo di distrarsi. Un classico importante come Amleto riesce però a fare presa anche sui nostri quattro simpatici amici senza che se ne rendano nemmeno conto. Penso che stia qui la ricchezza di questo spettacolo: è apparentemente molto lieve, ma permette a un testo importante come Amleto di creare una magia e un grande risultato.
C’è un po’ una presa in giro da parte dell’autore nei confronti del teatro?
Mauro Santopietro: Sì. I protagonisti sono quattro spettatori, quindi si rifanno ai giochi attoriali di quattro personaggi in platea: dalle caramelle che scartano all’attenzione che devono prestare. Assistiamo a tutti i meccanismi tipici del pubblico che va a vedere uno spettacolo teatrale e che vediamo anche nel nostro caso. Forse non è una vera e propria presa in giro, nel senso che nonostante tutto, i quattro assorbono qualcosa dello spettacolo e ognuno di loro restituisce una tematica dell’Amleto stesso. Se una storia è raccontata bene infatti arriva sempre qualcosa.
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Linda Ansalone per il supporto professionale
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