Filippo Luna torna a Milano con “Le mille bolle blu”, il monologo scritto da Salvatore Rizzo sulla storia di un amore gay clandestino nella Sicilia degli anni ’60 tra un avvocato e un barbiere. Dieci anni di repliche in tutta Italia e il premio Nazionale dell’Associazione Critici Italiani per l’interpretazione hanno riportato l’attore e regista a riproporre il suo monologo in un’Italia notevolmente cambiata dal punto di vista legale e dei diritti.
La parola a Filippo Luna
“Questo spettacolo nasce dalla lotta contro un destino imposto?”
“Forse sì: da un destino imposto ai protagonisti della storia. Lo spettacolo prende spunto da un fatto malauguratamente negativo per i due protagonisti. Attraverso la narrazione vuole provare a sciogliere gli altri destini imposti. Altre vite quindi potrebbero attraversare le stesse tempeste amorose, anche se piacevoli, dei due protagonisti: Nardino ed Emanuele, costretti a condividere per 30 anni in modo del tutto segreto la loro storia d’amore e ad apparire alla società come padri e mariti ineccepibili.”
“Però perfino la Sicilia o almeno molte parti del Meridione hanno fatto passi da gigante rispetto a 30-40 anni fa. Sei d’accordo?”
“Assolutamente sì, però non credo che si parli solo del Meridione. E’ una questione estesa a ben altri luoghi. Il Sud si è sempre contraddistinto da questo punto di vista. Basti pensare a Napoli e alla figura del femminiello. Era assolutamente accettato in tutti gli ambiti sociali. In un’età più contemporanea abbiamo assistito allo sdoganamento della questione legata ai diritti e al coraggio di gridare ad alta voce l’omosessualità.
Di contro ci siamo trovati di fronte a un’involuzione: anche al nord ci sono dei sud che non conosciamo. Però è vero che abbiamo fatto passi da gigante: non ultimo il fatto che il Pride ogni anno totalizza 20-30.000 presenze in una città come Palermo. Questo si ricollega alla verità della tua domanda: c’è un percorso in crescita rispetto alle libertà individuali.”
“Questo spettacolo vuole essere un inno al fatto che l’amore vince sempre su tutto?”
“Potrebbe anche essere, ma di fatto siamo tutti adulti e sappiamo che l’amore non sempre vince su tutto, perché spesso non basta. Di sicuro vuole portare l’attenzione sulla grande importanza che deve avere il rispetto della diversità, di qualsiasi natura essa sia: è incidentale che nello spettacolo si parli di omosessualità. Si potrebbe anche parlare di colore diverso della pelle. E’ sicuramente importante che la propria identità, i propri diritti, il proprio modo di essere siano accettati dagli altri e tutelati.”
“Parliamo del titolo dello spettacolo: “Le mille bolle blu”: perché questa scelta?”
“La colonna sonora non allude alla canzone, come si potrebbe pensare, anche se durante lo spettacolo la sentiamo. Ho fatto una selezione di brani italiani e stranieri degli anni ’60 e ’70 che accompagnano buona parte dei momenti importanti della vita dei protagonisti: Canzone di Don Backy, che ascoltiamo per intero e che fa parte della drammaturgia di scrittura; poi c’è More than a woman dei Bee Gees e un inedito dedicato a Yuri Gagarin, L’astronauta, trovato sul web e mai inciso.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringraziano Mariella Caruso e l’ufficio stampa del Teatro Libero per la gentile collaborazione