“MIMÌ”: QUANDO DOMENICO MODUGNO CONQUISTÒ LA SICILIA

Un viaggio che inizia a sud e si conclude a sud; le canzoni di Domenico Modugno a fare da colonna sonora, quelle legate alla Sicilia. Perché Modugno fece tesoro dell’insegnamento di Frank Sinatra, secondo il quale fingersi siciliano equivaleva a conquistare il mondo; un viaggio quotidiano verso una terra straniera; le aspirazioni di un uomo qualunque.

L’intervista video a Giuseppe Cutino

Il mito di un pugliese in Sicilia

Mimì è in scena alla sala Fassbinder del Teatro Elfo Puccini fino al 14 giugno. Ne è autore insieme a Sabrina Petyx Mario Incudine, unico protagonista sulla scena. La regia è firmata da Giuseppe Cutino e Moni Ovadia.

Alcune scene dello spettacolo

Intervista al regista Giuseppe Cutino

“Ci sono tutte le tipiche aspirazioni di un uomo del Sud in questo spettacolo, giusto?”

“Sì. L’idea parte proprio da Mario Incudine, che è il protagonista assoluto di questo spettacolo. Fece ascoltare a me e a Sabrina Petyx, che ha scritto i testi, delle canzoni in siciliano di Modugno. Sappiamo tutti che in realtà Modugno non era siciliano, ma si spacciava per tale perché nessuno conosceva la Puglia. Invece tutti conoscevano e conoscono la Sicilia. Da lì è nata una sorta di necessità dell’uomo del Sud di poter realizzare i propri sogni partendo dal Sud, ma rimanendo al Sud. Ecco perché lo spettacolo ha come sottotitolo Da sud a sud: perché normalmente chi parte va sempre al nord, ma paradossalmente Modugno, per iniziare la propria carriera, è dovuto scendere ancora più a sud rispetto alla Puglia.

Da questo gioco nasce una riflessione sulla necessità dell’essere artista, di realizzare i propri sogni e di lottare per le proprie speranze. E’ veramente uno spettacolo cucito come un vestito su Mario Incudine, che si rispecchia in Domenico Modugno. Avere avuto accanto anche Moni Ovadia, che ha firmato la regia con me e che ha fatto da supervisore a tutto il lavoro, ha fatto sì che questo concerto-spettacolo diventasse un vero e proprio spettacolo teatrale.”

“Quali sono i sapori e le atmosfere che si respirano?”

“Bisognerebbe venire a vedere lo spettacolo per scoprirlo! Noi abbiamo cercato di costruire una pièce che parte dalle canzoni meno note di Modugno e da Amara terra mia, il brano che ci spinge a staccarci dalla terra di origine. Una terra che, seppure amata, in realtà da madre diventa anche matrigna. Da un inizio piuttosto cupo, lo spettacolo si riempie sempre di più di colori in cui i musicisti non si limitano a fare i musicisti. Mario infatti non è da solo in scena, ma ci sono quattro musicisti straordinari con lui che lo accompagnano dentro questo viaggio e che vi partecipano.

Ci siamo divertiti a usarli anche come rappresentanti di diversi stati d’animo. Si cambiano tutti quanti in scena via via che lo spettacolo prende corpo e ritmo. Quindi, apparentemente, è un’opera che nasce come un concerto, ma che diventa sempre più uno spettacolo, e nel momento in cui si fa più teatrale, finisce. Perché è da lì che poi cominceranno lo spettacolo e la vera carriera dell’artista di scena.”

Com’è il mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi, di Domenico Modugno e Mario Incudine?”

Credo che sia il mondo di ognuno di noi. Non ritengo che ci sia differenza tra chi vuol fare il mestiere dell’artista e chi aspira a realizzare i propri sogni in qualunque ambito e in qualunque ambiente lavorativo. L’importante è avere una passione, partire da essa e avere fame. Questa fame, che è in Modugno e che ha Mario, porta questi personaggi a diventare veramente unici. Mario è davvero unico come lo era Domenico Modugno. Non voglio sembrare irrispettoso verso un grande come Modugno se dico che mario Incudine è veramente colui che può cantare le canzoni di Modugno perché è come se fossero scritte da se stesso.”

“Perché Mimì siamo noi?”

“Mimì siamo noi proprio per questo motivo: perché ognuno di noi deve avere una propria passione e lottare per lei. In ognuno di noi può esserci nascosto un Mimì, un essere che ha voglia di realizzarsi, perché dobbiamo avere questa voglia e dobbiamo soprattutto fare in modo che gli altri non ci tolgano questa necessità di andare avanti.”

  • Intervista video di Andrea Simone