Secondo Milton Erickson “ognuno di noi è molto più di ciò che pensa di essere e sa molto di più di ciò che pensa di sapere”: Partendo da questa semplice affermazione, che suggerisce che l’idea della mente umana abbia risorse e potenzialità straordinarie, Francesco Tesei trasforma le più moderne ed efficaci tecniche di comunicazione subliminale, di mentalismo e di illusionismo psicologico, e attraverso di esse invita ad attingere dalle risorse “magiche” dell’inconscio, e ad esplorare insieme a lui mondi affascinanti, misteriosi e in continua evoluzione: i mondi della mente e della comunicazione.
Mind Juggler è in scena al Teatro Delfino di Milano fino al 25 novembre. E’ stato scritto, diretto e interpretato da Francesco Tesei.
La parola a Francesco Tesei
“In che modo vengono trasformate le tecniche di comunicazione subliminale in questo spettacolo?”
“Non necessariamente si parla di tecniche di comunicazione subliminale. Si parla della comunicazione a 360 gradi, partendo anche da cose piuttosto semplici, perché mi piace in qualche modo prendere il pubblico per mano, anche chi non ha mai visto uno spettacolo di mentalismo e non sa che cosa sia un mentalista. Mi piace accompagnare gli spettatori nel corso dello spettacolo per questo cammino che facciamo insieme, che in effetti va sempre più in profondità. Però si parte dall’idea della comunicazione verbale, paraverbale e non verbale. Ci sono una serie di giochi che vanno a mostrare proprio come noi comunichiamo molto di più di ciò che pensiamo di comunicare. Anche un gesto e uno sguardo possono rivelare quello che stiamo pensando. Chiaramente questo è uno dei temi dello spettacolo e una delle sequenze più divertenti in cui io cerco di smascherare chi sta mentendo e chi sta pensando una certa cosa piuttosto che un’altra. Il gioco, però, non consiste solo nell’indovinare, ma anche di mostrare al resto del pubblico perché io sono riuscito a capire questa cosa, senza che questo diventi una lecture di formazione sulla comunicazione o un seminario. Rimane uno spettacolo, però vedo che il pubblico si diverte molto a capire perché io ho capito una certa cosa, facendo vedere che magari uno spettatore ha nascosto le mani dietro la schiena piuttosto che in tasca, ha alzato la voce, ha toccato il microfono, mi ha guardato o non mi ha guardato. Sono tutti segnali che possono essere decodificati da un mentalista.”
“Perché il pubblico non è più semplice spettatore ma diventa protagonista?”
“Perché se non c’è il pubblico nel mio spettacolo, lo spettacolo non esiste. Il tipo di spettacoli che faccio io non è come la prosa classica in cui gli attori recitano i propri personaggi sul palco, dove il pubblico è immerso nell’oscurità e deve solo ascoltare e seguire lo spettacolo. Nel mio show gli spettatori vengono chiamati sul palco e scelti in maniera casuale. Io lancio un pupazzo di peluche e chi lo prende sale su, quindi è assolutamente interattivo. Questo è l’elemento chiave dei miei spettacoli che li differenzia dalla prosa teatrale standard e canonica. Gli spettatori diventano protagonisti giocando insieme a me dall’inizio alla fine.”
“E’ un gioco quello che fai con i nostri pensieri?”
“Sì, è un gioco e io cerco di sottolinearlo ogni volta. Io lavoro a teatro e faccio televisione. Il mentalismo è una cosa nata in teatro, poi io ho cercato di trasformare il format in modo che fosse fruibile anche in tv, per esempio su Sky, ma nasce per essere una rappresentazione teatrale. Quindi le due parole “rappresentazione teatrale” dovrebbero suggerire che c’è comunque un livello di illusionismo nel mentalismo. Io dico sempre che se dobbiamo immaginare la figura del mentalista, prendiamo un illusionista, un esperto di tecniche di comunicazione e uno psicologo, li mettiamo in un frullatore, e il cocktail che esce frullando questi tre personaggi è un mentalista.”
“Quali sono i temi che affronti in questo spettacolo?”
“Che cos’è la realtà, anche se ci vorrebbero settimane per esplorarlo. Noi siamo soltanto degli osservatori di una realtà oggettiva o siamo anche in quel caso protagonisti? Costruiamo la realtà attraverso i significati che diamo alle cose che accadono intorno a noi nei nostri confronti. Quanto siamo prevedibili nelle nostre scelte e quanto siamo condizionabili? Questi sono alcuni dei temi del mio primo spettacolo realizzato un po’ di anni fa, che però continua a portarmi in giro peer tutt’Italia. E’ uno show veramente inossidabile, forse perché è un buon trampolino e un buon ingresso nel mondo del mentalismo.”
(intervista e riprese video di Andrea Simone)