Giuseppe Monastra, “Presente!”

Presente! è il viaggio di ognuno attraverso la vita. Che avreste voluto dire al vostro insegnante quando avevate 16 anni? Cosa non avete mai avuto la possibilità di dire e di dimostrare? Che cosa rifareste? Cosa cancellereste? Quali erano i vostri sogni? E adesso? Cosa siete diventati? Che cosa vedete nel vostro futuro? Cosa è cambiato?

Immagini del canale Youtube “Traverso Tetaro”

Presente! è in scena il 2 marzo al Teatro Menotti di Milano. Ne è protagonista la compagnia Traverso, formata da Davide Albanese, Diego Delfino, Marcella Faraci, Giorgia Forno, Giuseppe Monastra, Michele Onori e Martina Scordino che si sono cimentati anche in una regia collettiva.

A tu per tu con Giuseppe Monastra

Che cosa racconta esattamente “Presente!”?

Presente! è una sorta di viaggio nel tempo, nel senso che parte dalla prospettiva di adulti che tornano – ovviamente in maniera metaforica – tra i banchi di scuola per mostrare, dire ed esprimere quello che non hanno avuto la possibilità di fare al tempo in cui andavano a scuola per paura, per carattere o perché erano gli anni che si scopre il mondo. Quindi è una sorta di rivalsa, ma anche di ridare importanza a quello che è forse il periodo fondamentale della nostra vita, cioè l’infanzia, il mondo della scuola che è una sorta di porta del mondo, quindi questo microcosmo in cui si conoscono gli altri, per la prima volta si sviluppano degli stati d’animo, si entra in conflitto, ci si confronta. Questo era soprattutto il punto di partenza, l’argomento di cui trattavano i venti minuti di studio con cui abbiamo vinto il premio Scintille.

Successivamente lo spettacolo si è sviluppato, perché da questa fase della vita abbiamo voluto fare un passo in avanti, sempre tenendo il filo conduttore della scuola come ambiente e come cassa di risonanza. Abbiamo voluto però andare avanti e affrontare tematiche relative al mondo universitario e a quello del lavoro, riferendoci quindi a quello che è la crescita di queste persone e al loro inserimento nel mondo, mantenendo però sempre il rapporto con l’infanzia, con la scuola, con quelli che erano i desideri e con quelli che sono stati gli errori commessi nel tempo, fino ad arrivare a toccare nelle ultime fasi dello spettacolo anche la prospettiva di chi si trova in un’età un po’ più avanzata, quindi ricorda e analizza da un’altra prospettiva la propria storia, la propria vita e la propria vicenda di vita.

Che tipo di sogni ci mostra “Presente!”?

Ci mostra i sogni delle persone comuni, nel senso che non esistono dei veri e propri personaggi eroici e teatrali a cui riferirsi. Mi ha fatto molto riflettere il commento di una persona che ha visto lo spettacolo e che mi ha detto che sul palco ha ritrovato delle persone, si è sentito cioè a contatto con storie di persone, che gli hanno trasmesso vicinanza ed empatia. Direi quindi che si tratta di storie di tutti noi, di gente comune.

C’è un filo che collega l’infanzia al futuro di cui “Presente!” parla?

Il filo che collega l’infanzia al futuro è sicuramente tutto ciò che si sviluppa nell’infanzia e di cui sentiamo l’eco anche quando ci mettiamo nel mondo del lavoro, anche quando facciamo un lavoro che non ci piace o ci ritroviamo in una fase più avanzata della nostra vita e ripensiamo a cosa desideravamo quando avevamo 15, 16 o 18 anni. C’è questo filo che ha il suo principio quando si entra nel mondo della scuola, tant’è che la scuola ritorna non solo attraverso le parole ma anche attraverso le immagini in varie fasi dello spettacolo proprio come risonanza di quei desideri, di quelle scelte e di quegli errori che è come se risuonassero nel tempo in tutte quelle che sono le manifestazioni concrete della vita quando si hanno 25, 30 o 40 anni. Quindi il filo conduttore è senz’altro questo.

Quante e quali sono le cose non dette che racconta “Presente!”?

Direi la maggior parte, nel senso che Presente! è sempre uno svelamento, quello che non viene detto nella vita e che si avrebbe voluto avere il coraggio di dire. Questa è una componente fondamentale ed è sempre un’analisi a posteriori. E’ questo non detto che fa risaltare quelli che erano i veri e propri desideri, i veri e propri sogni.

Molto spesso sono quelli che non si ha avuto il coraggio di affrontare e Presente! ci mostra il rapporto tra i compromessi che siamo stati costretti a trovare nella nostra vita e quelli che erano invece i desideri più reconditi, le voglie, i veri risvolti della propria personalità che non si sono riusciti a esprimere nel modo giusto, perché comunque la vita ci smussa e ci costringe a prendere delle strade, a rinunciare ad alcune cose, anche a seconda del nostro carattere. Quindi si può dire che il non detto in Presente! in qualche modo esploda.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Linda Ansalone per la collaborazione
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