“MUMBLE MUMBLE”, I TRE FUNERALI DISSACRANTI DI EMANUELE SALCE

Cinquecento repliche e dieci anni di applausi: bastano questi due dati a decretare il successo di Mumble muble…ovvero confessioni di un orfano d’arte, in scena al Teatro Martinitt* di Milano fino al 1° novembre. E’ la storia di due funerali e mezzo, scritta a quattro mani da Andrea Pergolari ed Emanuele Salce, anche protagonista della commedia con Paolo Giommarelli diretta da Timothy Jomm.

L’intervista video ai due protagonisti

Tre funerali, dunque: nel primo il protagonista si trova a dover gestire da solo le esequie dopo una nottata di eccessi etilici, con tutti gli accadimenti e gli stravolgimenti del caso. Nel secondo, troviamo addirittura al centro della vicenda il funerale di Vittorio Gassman, fra autorità politiche improbabili ed eccessi di ogni tipo. Nel terzo, andiamo nientemeno che in Australia, dove la protagonista è una bionda conturbante…

Il trailer dello spettacolo

La parola a Emanuele Salce e Paolo Giommarelli

Che tipo di umorismo caratterizza di più “Mumble mumble”: all’italiana o anglosassone?

Emanuele Salce: (ride) Lo definirei un umorismo “salciano”, che quindi è sia italiano che in parte d’ispirazione anglosassone. Mia madre aveva queste caratteristiche e credo che in qualche modo – volente o nolente – me le abbia tramandate. Oltre a questo c’è pero soprattutto una grande ironia e una grande voglia di scherzare su temi che solo apparentemente sono dei tabù. Parliamo di funerali, ma non irridiamo la morte. Lo facciamo molto normalmente, con grande sincerità e onestà.

Ridiamo di noi e delle nostre inadeguatezze in quei momenti e in quella specie di commedia, che in fondo insceniamo ogni volta che c’è uno di questi lidi quasi intoccabili, dove tutti hanno il copione, un costume di scena e un frasario ben preciso simile a quello dei necrologi in cui ci si parla secondo un codice. Noi cerchiamo di infrangere proprio quel codice, ridendo di noi che a volte ci troviamo inadeguati, con le difficoltà di dover gestire cose così normali. Si parla dell’umanità e dei propri limiti.

Che cosa ha significato per lei e che tipo di omaggio ha voluto rendere con questo spettacolo alla figura di Vittorio Gassman?

Emanuele Salce: Per certi aspetti è come andare in tournée con loro, come proseguire un rapporto forse prematuramente interrotto, ma che è stato anche tardivo nel suo raggiungimento stesso. Per me è una maniera di stare in scena con loro sullo sfondo – standoci ovviamente da solo – e di continuare a relazionarmici. Anche perché se c’era un luogo dove Vittorio esisteva nel vero senso della parola, era proprio il palcoscenico. Nella vita domestica era abbastanza perso e a disagio, non era lui. Aveva bisogno di stare sulla scena per essere Gassman. Quindi credo soltanto che sia un tenersi per mano omaggiandoli, con un unico grande rimpianto, ma diversamente non si potrebbe fare: un giorno mi sarebbe piaciuto condividere questo spettacolo con loro, andarci a cena e sentire le loro giuste critiche, condividendo però tutto questo.

Perché siamo di fronte a una narrazione dei funerali impudica?

Paolo Giommarelli: Perché nel racconto dei due funerali si supera quella soglia di banalità che mediamente siamo inclini a portarci dietro quando siamo in presenza di dolore o di lutti. E inoltre perché – come sempre in tutti gli eventi luttuosi – c’è sempre una parte assolutamente comica che però mediamente viene taciuta. Qui la parte ilare e quasi sotterranea della comicità che la morte si porta dietro viene in qualche modo svelata.

Qual è il ruolo di Paolo Giommarelli?

Paolo Giommarelli: Lo spettacolo è una narrazione di Emanuele Salce di fatti teatrali realmente accaduti in cui il sottoscritto è una specie di demiurgo, confessore, psicoterapeuta e regista che si interfaccia con Emanuele per fargli raccontare la storia dei due funerali e mezzo. E non vi sveleremo mai qual è il mezzo! Dovete venire a teatro a vedere lo spettacolo!

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringraziano Federica Zanini e Rocchina Ceglia per il supporto professionale
  • * a causa dell’emergenza Covid-19 l’inizio degli spettacoli è anticipato alle ore 20.00 durante la settimana e la domenica alle 17.30