GIOVANNI DI PIANO E LORENA NOCERA, “ANCHE IN MEZZO A TANTO STRAZIO IO TI AMO E TI RINGRAZIO”

Nove giri di giostra di un’umanità effimera, stereotipata, infedele, precaria e piena di paura: il giallo del condominio del gatto nero, due amanti e ciò che devono inventarsi per amarsi ancora, una lettera al Tempo che diventa un libro, una coppia elegante non proprio politicamente corretta, un melodramma sulla riva del Mare del Nord, giochi violenti di figli pericolosi.

Anche in mezzo a tanto strazio io ti amo e ti ringrazio è in scena al Teatro Arsenale di Milano fino al 22 dicembre. Scritto da Marina Spreafico e diretto da Giovanni Di Piano e Lorena Nocera, lo spettacolo vede protagonisti Mario Ficarazzo, Nana Funabiki, Marco Pepe e Fabrizio Rocchi.

Parlano Giovanni Di Piano e Lorena Nocera

Perché siamo di fronte a nove quadri di contemporaneità?

Lorena Nocera: Normalmente si sceglie un testo che ci sta particolarmente a cuore. In questo caso il motivo per cui abbiamo deciso di fare questo spettacolo è più che altro affettivo. Dopo questo lungo periodo di chiusura del teatro, abbiamo voluto creare questa rassegna che fosse una vetrina per gli ex studenti della scuola. L’obiettivo era fare un regalo all’anima del teatro, la direttrice Marina Spreafico. Lei da qualche anno si è interessata più concretamente alla drammaturgia e ha scritto moltissimi testi. Noi ne abbiamo selezionato alcuni in cui ci sono varie scene e vari flash che fotografano diversi aspetti della nostra quotidianità e della nostra contemporaneità, con diversi personaggi abbastanza emblematici della crudeltà che ci circonda. C’è una componente di cinismo che forse è la caratteristica più evidente dello spettacolo, anche se naturalmente non è l’unica.

Che tipo di umanità emerge da questi nove quadri?

Giovanni Di Piano: Un’umanità che in qualche modo potremmo definire bidimensionale, fatta di carta e che quindi ha tante caratteristiche della carta: prima di tutto la fragilità e poi la mobilità, a volte anche forzata, nel senso che basta un colpo di vento per farle cambiare posizione o pensiero. Allo stesso tempo è anche molto presente, perché come tutte le figure di carta è accuratamente dipinta e confezionata.

Che cosa dice la lettera al Tempo?

Lorena Nocera: E’ uno dei pezzi più interessanti perché a una prima lettura inizia con il litigio di una coppia nato da un fraintendimento a seguito del quale il personaggio maschile si rivela un pazzo. In realtà, il discorso è molto più profondo e interessante. E’ in qualche modo una sorta di vendicatore delle parole, perché è un personaggio che alla fine arriva ad uccidere. Oggi non usiamo più le parole con il significato che veramente hanno o non diamo loro più il peso che dovrebbero avere realmente. Da un misunderstanding relativo a una lettera che sta scrivendo la sua compagna fino a una maniera in cui un giornalista definisce il luogo in cui lui è detenuto, arriva per esagerazione ad uccidere queste due persone. Infatti non usano più le parole come dovrebbero essere usate. Sembrano non conoscere più il significato vero e il peso che le parole dovrebbero avere.

Perché al quadro si contrappone la silenziosa dignità della natura?

Giovanni Di Piano: Perché la natura si muove con un ritmo alto e a volte sconosciuto. Lo si vede da un’insalata al bar, dal salmone che fa un inno alla vita, da due maestosi pini finali che ci ricordano come in realtà siamo piccoli e mutevoli rispetto a una natura che in realtà segue un ciclo con una forza che noi umani riusciamo forse a capire poco o che forse non riusciamo neanche a sentire.

  • Intervista di Andrea Simone
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