A 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini e Maria Callas, va in scena uno spettacolo che celebra la magia dell’arte e del Teatro attraverso il racconto, reale e irreale, del loro incontro artistico. Costretti da una distanza fisica, la celebre soprano e il grande regista si scrivono lettere, si cercano al telefono e si lasciano messaggi in segreteria. Un dialogo tra due anime terribilmente sole che scivola nella confessione, nella parola come rifugio e salvezza dalla realtà, nella magia dell’amicizia e dell’affetto.
Prima di ogni altro amore è in scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino all’11 marzo. Il testo è di Sergio Casesi, la regia è firmata da Alberto Oliva. In scena troviamo Gea Rambelli e Stefano Tosoni.
Quattro domande ad Alberto Oliva
Che tipo di amore vissero tra di loro Pier Paolo Pasolini e Maria Callas?
Un amore estremamente tormentato, direi un amore impossibile per ovvie ragioni sulla biografia di questi personaggi. E’ però un amore mitico, perché loro sono due miti contemporanei che si sono conosciuti sul set di un mito classico, cioè il film Medea, che Pasolini stava realizzando con Maria Callas, che si è innamorata dell’intelligenza di Pasolini e della sua spiritualità. E’ l’uomo più intelligente che lei abbia mai incontrato rispetto al primo marito, Meneghini, che era molto pratico, un borghese che l’ha iniziata alla carriera ma che poi non riusciva a stare all’altezza della situazione della cantante lirica.
Di certo Pasolini era più intelligente di Onassis, che era una persona ricchissima e bellissima, ma Maria non aveva mai provato per nessuno quella fascinazione intellettuale del genio che era Pasolini. Viceversa, Pasolini non si era mai innamorato del genio artistico pazzesco che era Maria Callas, di questa sensibilità straordinaria. Per cui si sono incontrati e sono rimasti travolti da una passione pazzesca in un momento di estrema fragilità per entrambi. Quindi è stato soprattutto un amore platonico ma anche di attrazione di reciproca genialità.
Maria Callas è stata in qualche modo una musa per Pasolini?
Non sono riusciti. La cosa che a noi piace raccontare in questo è che c’è tantissimo desiderio non realizzato nel loro rapporto. Di fatto il film Medea è stato un fallimento. Era una grande scommessa. In realtà, probabilmente Maria Callas ebbe l’opportunità più grande grazie a Pasolini, proprio perché le aveva dato una seconda possibilità di rilanciarsi come immagine e come diva del cinema. Infatti la Callas non aveva più la voce di prima. Questa cosa non è riuscita. Dall’altra parte non c’è stato un seguito, non si sono più richiamati per altre opere insieme, quindi vuol dire che c’era un grande desiderio. Era tutto giusto, si sono anche innamorati e appassionati, ma poi qualcosa non è accaduto e quel qualcosa a noi interessa tantissimo, perché quel senso di fallimento è forse la cosa che li rende più interessanti.
Qual è stato il vero dramma di Medea?
Il vero dramma di Medea è stato quello di essere portata via dalle sue radici, di esserle impedito di essere se stessa fino in fondo. In questo senso si ritrovano Pier Paolo Pasolini e Maria Callas, che ha interpretato la Medea di Cherubini tantissime volte in teatro e che poi si è affacciata alla versione cinematografica. Lei stessa, da donna greca portata via dalla sua Grecia, dal suo mondo e buttata in un mondo nel quale il successo, la fama e la perfezione erano i valori che contavano di più, si è sentita proprio come Medea: sradicata.
In più la cosa che unisce Maria Callas e Pier Paolo Pasolini nel mito di Medea è quello della maternità e paternità mancata. La Callas ebbe infatti un bambino che nacque morto e Pasolini ovviamente non ebbe mai figli. Medea li ha uccisi e in questo tema, che è uno di quelli che noi trattiamo nello spettacolo, ci sta il dramma di questi personaggi.
Parliamo un attimo del film: in un’intervista Rita Savagnone, la voce italiana di Maria Callas in “Medea”, ha detto che la Callas aveva un accento esotico, che veniva da lontano proprio come il mito di Medea, e che la scelta di Pasolini di doppiarla fu particolarmente infelice perché l’avrebbe rovinata. Tu sei d’accordo?
Certo. E’ verissimo, quel film non è riuscito. C’è stato qualcosa che non è andato in quello che poi è arrivato al pubblico e loro stessi raccontano nelle lettere che si sono scambiati di questo senso di scoramento quando il film è in uscito sia in Francia che in Italia. Non ha avuto il successo che loro speravano perché per entrambi avrebbe dovuto essere un rilancio di carriera necessario e fondamentale. Di lì a poco infatti Pasolini sarebbe morto e la Callas non sarebbe mai più stata la Callas.
Dopo questo film, farà un’importante tournée internazionale ma tutti lo ricordano proprio come il fine carriera di una diva che non era più quella di prima. Quindi per entrambi è stata una grande occasione mancata. In questa mancanza sta la cosa più interessante, perché hanno passato giornate e notti pazzesche, si sono veramente follemente amati di un amore folle che poi è finito in niente. Di fatto il film non è un capolavoro, ha tantissimi elementi di interesse, soprattutto potenzialmente era interessantissimo, ma poi di fatto non ha realizzato quest’interesse.
- Intervista video di Andrea Simone
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