“OMICIDI IN PAUSA PRANZO”: IL DELITTO E’ SERVITO

Francesca Zanardelli è un’impiegata di una grande azienda: dopo la pausa pranzo trova sotto la scrivania il cadavere della Sereni, la sua insopportabile collega. L’indagine è affidata all’Ispettore Lattanzi, un “anti-commissario Montalbano” che dopo lunghi interrogatori, scrupolose analisi della scena del crimine e rilevamento d’impronte… brancola nel buio! Omicidi in pausa pranzo è in scena al Teatro San Babila di Milano dall’8 al 13 maggio. Il testo è di Viola Veloce, adattato da Paola Galassi, Rossana Carretto e Marcello Mocchi. Ne sono protagonisti la stessa Rossana Carretto, Ussi Alzàti, Rosanna Bubola, Alfredo Colina e Daniela Crasti.

Quattro domande a Rossana Carretto

“Siamo di fronte a un giallo comico?”

Sì, è un giallo comico teatrale con la struttura del vaudeville, nel senso che si chiude una porta e se ne apre un’altra. Quindi ritmi serrati, gag fisiche e battute. Nel frattempo si sviluppa un mistero, perché Francesca Zanardelli, la protagonista che interpreto io, inizia a trovare dei suoi colleghi morti in ufficio. Dunque, dopo l’ennesimo cadavere, prende in mano la situazione e inizia a investigare per paura di essere lei la prossima vittima.

“E’ anche una parodia del genere criminale?”

Sì, perché i nostri personaggi ricordano molto quelli di “Frankestein junior”, sia come recitazione che come atteggiamento di fronte a quello che succede. 

“E’ uno spettacolo in cui si parla anche di mobbing?”

Sì, anche se nell’adattamento teatrale è una questione soltanto accennata. Si vede l’atteggiamento del direttore nei confronti dell’impiegata. Chiaramente nel libro di Viola Veloce l’argomento è più sviluppato. La regista Paola Galassi e Marcello Mocchi, che insieme a me hanno curato l’adattamento teatrale, hanno scelto di concentrarsi di più sulla storia del giallo, quindi sulla ricerca del colpevole. Abbiamo ripreso le strutture dei classici teatrali, come “Trappola per topi” di Agatha Christie, che secondo me rappresenta l’opera perfetta per capire come scrivere un giallo. 

“E’ giusto definire il personaggio di Francesca una specie di Fantozzi al femminile?”

Decisamente, perché ha due genitori molto oppressivi ed appiccicosi. Lei è anche molto sfortunata sentimentalmente e quindi dopo l’ennesimo disastro sentimentale, i genitori sono diventati ancora più preoccupati per il futuro della figlia. In più ha un capo che la tratta male e pur di non perdere il lavoro sopporta di tutto.