Roma, luglio 1990, il giorno della semifinale Italia-Argentina dei Mondiali di Calcio. Massimo, grazie a una raccomandazione, riesce a farsi ricoverare nel reparto ortopedia di un grande ospedale. A 35 anni vuole sottoporsi a una ricostruzione dei legamenti del ginocchio, altrimenti dovrà smettere di giocare a calcio. Ma il suo compagno di stanza Luigi lo induce a riflettere sulla futilità di quell’intervento e sulle centinaia di pazienti in lista di attesa. Sullo sfondo si delinea un “mercato di letti ospedalieri”. Chi sarà il truffatore e chi il truffato? Tra moti di coscienza, compromessi e scambi di favori, sospetti e simpatie, ne vedremo delle belle.

Scritto e diretto da Stefano Reali, L’operazione è in scena al Teatro Martinitt di Milano dal 14 al 31 marzo. Ne sono protagonisti Antonio Catania, Nicolas Vaporidis, Giorgio Gobbi, Gabriella Silvestri e Marco Giustin.
La parola ad Antonio Catania
“Ci vuole presentare il suo personaggio?”
“Il mio personaggio si chiama Luigi ed è un ricoverato lungodegente nel reparto di ortopedia di un ospedale romano. E’ uno che ormai ha stabilito dei rapporti anche conflittuali con gli infermieri e i medici, e che ha un’attività un po’ clandestina all’interno del reparto. Ci saranno sorprese, perché la commedia presenta anche un aspetto giallo che si andrà a scoprire man mano, con vari colpi di scena. Luigi entra in relazione con un giovane ricoverato, che poi si scoprirà anche chi è. Tra loro nasce una sorta di amicizia alla fine di una serie di conflitti.”
“E’ una commedia che intende porre l’accento su una delle piaghe italiane più dolorose, cioè quella della malasanità?”
“Sì, quest’aspetto è presente. Innanzitutto è ambientata negli anni Novanta, perché è stata scritta in quel periodo. E’ un testo rappresentato anche nei Paesi europei, ha vinto un premio prestigioso a Londra ed è stato messo in scena in Gran Bretagna. Devo dire che in questi Paesi ha avuto riscontri molto positivi, che stanno a dimostrare come forse il problema della malasanità sia anche un problema generale, perché la salute è uno degli argomenti principali della nostra società e del vivere civile. A parte tutte le truffe che sono venute fuori negli anni non solo in Italia ma anche in altre nazioni, è chiaro che viene fuori un’intera serie di disguidi sulla salute facili da riscontrare, perché si posssono verificare errori di diagnosi. Come sappiamo, nella medicina gli errori sono anche tragici e non dovrebbero essere ammissibili.”
“Chi sono in realtà Luigi e Massimo?”
“Questo non lo posso dire, perché fa parte del finale. La realtà non è quella che appare all’inizio. C’è un aspetto di commedia, perché c’è un infermiere romano che nella sua umanità un po’ grossolana fa molto ridere. Poi c’è una caposala molto severa. Ci sono vari aspetti e devo ammettere che anch’io sono capitato nel reparto ortopedia una volta: è un reparto particolare rispetto agli altri, perché non c’è esattamente la debilitazione fisica. Si tratta di un incidente, quindi da un punto di vista mentale le persone sono integre, non subiscono gli effetti dolorosi di malattie che si trascinano. Quindi c’è una vivacità particolare, le relazioni sono forti e ci sono anche degli aspetti divertenti. Mi ricordo che in reparto scherzavamo sempre tra di noi, cosa che in altri reparti invece non era fattibile.”
“Lo spettacolo è ambientato nel 1990, quasi 30 anni fa. Che cos’è cambiato da allora nel mondo ospedaliero?”
“Io spero che sia cambiato tanto, però a leggere le cronache ogni tanto sembrerebbe di no. Sicuramente, essendosi allungata l’aspettativa di vita, si può dire che la medicina in generale ha fatto dei progressi. Non dimentichiamoci che adesso i trapianti sono all’ordine del giorno, mentre prima erano molto più difficili. Rispetto al discorso economico, la società si è mossa in una direzione finanziaria di un certo tipo ed è chiaro che la tendenza è sempre quella a far pagare di più. I pazienti devono sborsare del denaro per essere sicuri di avere delle prestazioni di un certo livello.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Federica Zanini per il supporto professionale