Siamo in una casa di riposo, una particolarissima casa di riposo. Gli ospiti sono tutti attori, vecchi attori, testimoni di un teatro che ormai si può solo ricordare, ma del quale imperterriti continuano a parlare. Si incontrano per fare colazione nell’Ora Sospesa, quel magico lasso di tempo che precede ancora l’alba, in cui ancora non è giorno, ma non è nemmeno più notte, in cui veglia e sonno si confondono e si può credere quasi a tutto.
L’ora sospesa è in scena al Teatro Delfino di Milano fino al 18 novembre. Scritto da Luca Marchesini e diretto da Riccardo Mallus, vede protagonisti Sergio Romanò, Dario Dossena, Lia Marchesini, Grazia Migneco, Marino Campanaro, Claudia Lawrence, Nicoletta Ramorino, Lorella De Luca e Gianluca Trofei.
Intervista a Lorella De Luca e Dario Dossena
“Perché la casa di riposo dove si svolge lo spettacolo è così particolare?”
Lorella De Luca: “E’ particolare perché sono particolari i personaggi che la popolano, perché sono tante persone diverse, ognuna con la propria personalità, accomunate dal fatto di essere attori, con tutto il proprio bagaglio comune di teatro. Però in alcune cose si ritrovano, in altre hanno dei contrasti e quindi si creano situazioni a volte divertenti, a volte tenere, a volte surreali.”
“Perché il teatro di cui sono testimoni i vecchi attori è un teatro che ormai si può solo ricordare?”
Dario Dossena: “Perché probabilmente, come anche viene fuori in alcune battute dello spettacolo, i vecchi attori avevano il teatro nel sangue. Era proprio la loro vocazione, a prescindere dai guadagni che potevano anche non essere particolarmente importanti, cosa che oggi come oggi si è persa, nel senso che c’è molto business dietro al discorso attoriale nel mondo dello spettacolo. Questi personaggi che vivono in quest’ora sospesa ricordano molto spesso i bei tempi quando facevano quello che volevano fare. Gli piaceva. E’ difficile che oggi il teatro permetta di vivere, lo permette a pochi privilegiati.”
“Qual è il lato più divertente di questo spettacolo?”
Lorella De Luca: “Secondo me le relazioni che si creano tra i vari personaggi. Ce ne sono alcuni che sono in aperto contrasto e questo crea delle situazioni che arrivano ad essere delle vere e proprie gag. Per me questo è l’aspetto più simpatico e più effervescente.”
“Nello spettacolo i personaggi si riprendono il loro ruolo di attori?”
Dario Dossena: “Assolutamente sì, quando possono lanciano battute di vecchi spettacoli e comunque in tutta la loro quotidianità in quest’ora sospesa nella quale loro si ritrovano a vivere nello spettacolo, è difficile capire se stiano recitando o se siano nella realtà vera e propria. Realtà e fantasia per loro sono la stessa cosa, sono due dimensioni che si compenetrano.”
(intervista e riprese video di Andrea Simone)