Francesco Pannofino & Iaia Forte, “Mine vaganti”

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi pluripremiati capolavori cinematografici, Mine vaganti. Al centro della vicenda una famiglia, proprietaria di un pastificio in un piccolo paese del Sud, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità l’azienda ai figli.

Mine Vaganti è in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 20 marzo. Ne sono protagonisti Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano, Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori e con la partecipazione straordinaria di Simona Marchini.

Immagini del canale Youtube “Teatro Giordano”

Quattro domande a Francesco Pannofino e Iaia Forte

Cosa c’è di diverso rispetto al film?

Iaia Forte: Il teatro. E’ una drammaturgia che naturalmente tiene conto del film ma anche di uno spazio diverso in cui si sono sommati dei personaggi. Devo però dire che la struttura della commedia che era assolutamente miracolosa nel film è altrettanto miracolosa in teatro.

In che modo il pubblico viene chiamato a interagire con gli attori?

Francesco Pannofino: Perché Ferzan Ozpetek ha avuto l’idea di trasformare la platea in piazza del paese, quindi ci sono dei momenti dello spettacolo in cui i personaggi scendono tra la gente. In particolare io alla fine del primo tempo scendo fra la gente con un po’ di titubanze perché il figlio dice: “No, non è giusto, devi uscire, ti devi far vedere, non ti devi vergognare”. Quindi c’è un momento di spettacolo in mezzo alla gente, ma nessuno si deve spaventare, non succede niente. Siamo tutti con la mascherina, perfetti, distanziati, però ci sono dei pezzi in cui i personaggi vagano per la platea che è la piazza del paese.

Quali sono le caratteristiche principali di questa famiglia?

Francesco Pannofino: E’ una famiglia benestante, molto in vista nel paese dove si svolgono i fatti e succede una cosa inaspettata, che è l’omosessualità dei figli che non riescono a gestire in modo intelligente e si creano molte situazioni paradossali. Per questo ci sono anche molte risate, perché il pubblico sa ma i personaggi no.

Avete voluto vedere le interpretazioni di Ennio Fantastichini e Lunetta Savino o avete preferito non farvi condizionare?

Iaia Forte: Io conoscevo il film, l’avevo già visto precedentemente. Naturalmente è il mezzo stesso, è il teatro stesso che chiede delle interpretazioni diverse, per cui io ne ho tenuto conto ma ho reinterpretato in qualche modo.

Francesco Pannofino: Io sono soltanto onorato di poter rifare un personaggio che Ennio Fantastichini aveva fatto così bene al cinema e di poterlo interpretare in teatro. Tra l’altro, io lo conoscevo bene, eravamo abbastanza amici e se n’è andato troppo presto. Però per me è un grande onore.

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Foto di Romolo Eucalitto
  • Si ringrazia Manola Sansalone per la collaborazione
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