Alessandro Pazzi & Annig Raimondi, Pasolini ed Ezra Pound

La sezione New Classic, dedicata ai grandi maestri, inizia con due outsider mitici in scena dal 15 al 20 novembre al Pacta Salone di Milano: Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound. Pasolini – In un futuro aprile è un reading con Alessandro Pazzi e un progetto video di Lorenzo Vergani sull’opera poetica a cent’anni dalla nascita. Esattamente a mezzo secolo dalla scomparsa di Ezra Pound, Annig Raimondi, assieme al danzatore Samuele Gamba, ci presenta invece la prima assoluta di Ezra Pound – I cantos, performance poetica in musica. Il percorso sensoriale è di Fulvio Michelazzi, le musiche originali di Maurizio Pisati.

Alessandro Pazzi

Due irregolari, due anticonvenzionali accomunati dalla scelta di mettersi in gioco in prima persona senza risparmiarsi. Quello fra Pasolini e Pound non è solo l’incontro fra due figure rivoluzionarie, sebbene idealmente antitetiche, è anche il confronto fra due poeti e due uomini legati da un rapporto di amore e odio, di pesanti eredità intellettuali, di conflitto e contatto.

Annig Raimondi

Intervista ad Alessandro Pazzi ed Annig Raimondi

Che cosa nasce dall’incontro tra queste due figure così rivoluzionarie?

Annig Raimondi: Credo che nasca una conoscenza della diversità dell’uno e dell’altro artista. Uno rispetta e ama l’altro nella sua diversità. Emerge quindi un esempio di come andare oltre alle incrostazioni ideologiche o ai supposti dubbi su una certa persona per abbracciare tutta la sua opera e la sua umanità. C’è quindi un grande rispetto. Sono due figure apparentemente antitetiche ma accomunate dal genio che le avvicina, e quindi da una grande e profonda mente che capisce un cuore che accoglie.

Che cosa avevano in comune Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound?

Alessandro Pazzi: La straordinaria capacità di leggere il presente e di andare tutti e due contro corrente, anche con opinioni scomode. Io naturalmente parlo per Pasolini che conosco molto di più. Li accomunava anche il fatto di non avere peli sulla lingua e di permettersi di dire certe cose, anche sgradevoli, attraverso la poesia. Pasolini ha sostenuto con fermezza fino alla fine le proprie convinzioni e le proprie idee.

Annig, perché Ezra Pound fu una personalità controversa ma geniale?

Annig Raimondi: Ezra Pound si spinse in un campo che non era proprio il suo. Ha cominciato a partecipare alla vita sociale e politica pensando come uomo di essere chiamato a farlo, ma ha commesso un grande errore. Il suo sbaglio gli è quindi poi costato un pesantissimo proseguimento della sua vita e ha cambiato profondamente la sua opera. Per quanto in quel momento fosse convinto, ha quindi riconosciuto anche di avere sbagliato. C’è una frase molto bella e interessante nei Cantos, che dice: Ho avuto l’insensatezza della giovinezza fino a sessant’anni. Da quel momento, da quando cioè è stato incarcerato per tredici anni, la sua vita è cambiata.

Alessandro, che tipo di Pasolini privato e pubblico racconti?

Alessandro Pazzi: Lo racconto soprattutto attraverso le sue poesie, perché Pasolini è stato tante cose: regista, autore di teatro, intellettuale, saggista e traduttore. Soprattutto, però, è stato un poeta. Il mio recital sarà quindi molto orientato sulle sue poesie. Soprattutto parlerò di Pasolini in rapporto a sua madre, a suo padre, alla prima volta che è venuto a Roma, e al suo legame con l’eros; un eros disperato e vitale che lo ha poi portato dove lo ha portato. Proporrò al pubblico il suo rapporto con il potere, quindi attraverso le sue poesie cercherò sicuramente di ricostruire un Pasolini privato che spesso molti ignorano o che conoscono solo legandolo ovviamente alla faccenda del brutale omicidio di Ostia.

Ci sono però delle poesie molto belle che lui ha dedicato a sua madre e a Roma, come Il pianto della scavatrice, dove Pasolini parla di questa stupenda e misera città. Parlerò poi del rapporto con i ragazzi di vita che nelle poesie vengono fuori con un eros a tratti delicato e disperato, ma che sono assolutamente necessari per lui. Pasolini diceva di avere un’infinita fame di amore ed è quello che io faccio venire fuori.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Giulia Colombo
  • Ph. credits: Paolo Corradeghin e Fulvio Michelazzi
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