ALESSANDRO PAZZI E LORENZO VERGANI, “VALERI VERSUS D’ANNUNZIO”

In sfida due autori agli antipodi, figure storiche e letterarie che nel 2021 hanno in comune un particolare anniversario e la Lombardia: Gabriele D’Annunzio e Franca Valeri. La Lombardia perché D’Annunzio fece costruire il Vittoriale a Gardone, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, teatro di molte sue composizioni e del grande amore per Eleonora Duse, mentre Franca Valeri è nata e cresciuta a Milano, città alla quale rimarrà molto legata nel suo lavoro di teatro.

Valeri versus D’annunzio è in scena il 13 dicembre al salone di Pacta dei Teatri. Ne sono protagonisti Alessandro Pazzi e Lorenzo Vergani.

La parola ad Alessandro Pazzi e Lorenzo Vergani

Perché la scelta di accostare insieme due figure così diverse come Franca Valeri e Gabriele d’Annunzio in uno spettacolo teatrale?

Alessandro Pazzi: Innanzitutto ci sono due anniversari importanti legati a Milano e alla Lombardia, perché nel 2021 sono 100 anni dalla nascita del Vittoriale fondato da D’Annunzio. E’ passato inoltre un anno dalla scomparsa di Franca Valeri, un’autrice molto legata alla città di Milano. Noi avevamo pensato di omaggiare queste due figure così lontane tra loro con Pacta dei Teatri e di mettere in sfida due generi letterari, il comico e il drammatico, un uomo e una donna, due persone che hanno osato molto a livello letterario. Sono diversi, ma nel loro genere hanno sperimentato molto. D’Annunzio lo ha fatto con tutti i generi letterari e Franca Valeri come autrice in quegli anni ha osato fare una critica feroce alla società. Quindi sono due figure che hanno azzardato tanto.

Che cos’hanno invece in comune queste due figure?

Lorenzo Vergani: Secondo me in comune non hanno molto. A me di questa sfida è piaciuto il fatto che sono due rappresentanti di un tipo di letteratura antitetico: il drammatico e l’aulico per D’Annunzio, il leggero e l’ironico per Franca Valeri. Quindi mi è anche molto piaciuto che ci fosse l’occasione di portare nello stesso luogo un tipo di pubblico molto diverso l’uno dall’altro. Chiaramente chi predilige l’umorismo di Franca Valeri, difficilmente sceglierebbe D’Annunzio e viceversa. Quindi ho apprezzato il fatto che queste due rette parallele dialogassero, perché di solito non si incontrano mai.

Perché in questo spettacolo la sfida è duplice?

Alessandro Pazzi: Sono due autori che io amo molto, soprattutto Gabriele D’Annunzio, perché tolto dalla sua figura politica, dalle sue note o meno note vicissitudini e dai suoi racconti nazionalpopolari, è un autore che andrebbe riscoperto, soprattutto nel teatro, Non faccio i nomi delle cose che leggo perché il pubblico le dovrà scoprire, ma farò anche un pezzo teatrale. Secondo me è un autore che oggi andrebbe sperimentato, visto e riascoltato. E’ una sfida duplice perché – a seconda di quello che sceglierà il pubblico – leggere Franca Valeri e Gabriele D’Annunzio è un’impresa abbastanza ardua, soprattutto Franca Valeri, perché io non posso imitarla o scimmiottarla, un po’ perché non sono una donna e un po’ perché non faccio una cosa en travesti.

Però, secondo me, la cosa pazzesca di quest’autrice – come Gaber – è che ha scritto per sé ma ha lasciato qualcosa anche per gli altri interpreti. Per esempio lei lasciava i puntini di sospensione tra una frase e l’altra. Lì sta il segreto della comicità, perché le pause lunghe sono quelle delle battute. Se si riesce a fare quello senza scimmiottare Franca Valeri, lei diventa un’autrice, come secondo me lo sono stati Giorgio Gaber e Dario Fo. I brani da scegliere sono sette. Passare quindi da una poesia o da un romanzo di D’Annunzio a uno sketch di Franca Valeri non sarà semplicissimo.

E’ una sorta di omaggio a queste due figure quello che avete voluto mettere in scena?

Lorenzo Vergani: Sicuramente, ma anche a due tipi di pubblico. E’ anche un modo per farli dialogare, perché quando gli spettatori saranno posti di fronte alla scelta tra un brano di D’Annunzio e uno di Franca Valeri, non sapranno esattamente cosa andranno a scegliere. Noi diamo degli indizi. Da una parte c’è quello preso dal brano di D’Annunzio che si potrà decidere, dall’altro c’è quello estrapolato dal pezzo di Franca Valeri. Abbiamo cercato di essere abbastanza ambigui, in modo che soltanto i più esperti sapranno scegliere con precisa cognizione di causa. Il pubblico dovrà andare un po’ a simpatia, vedere un po’ quello che c’è sullo schermo e scegliere l’indizio che sente di più nelle sue corde.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Clicca QUI per iscriverti al canale Youtube di Teatro.Online e vedere tutte le nostre interviste