“PETTO O COSCIA?”: VA IN SCENA IL PIACERE IN CUCINA

Lo spettacolo Petto o coscia? andrà in scena al Teatro Linguaggicreativi di Milano venerdì 11 maggio. Ne è protagonista Golden DinDin diretta da Tom Corradini in una pièce che unisce arte culinaria e sensualità come esplorazione del diritto femminile al piacere. La protagonista è Simona, una maniaca dell’alimentazione salutista che riscopre le sue abilità in cucina grazie al ritrovamento di un misterioso glossario erotico-culinario. Il libro svela ricette e suggerisce esperienze che la condurranno verso una nuova vita. Sapori e sensazioni originali la porteranno a insaporire la propria vita con una spezia unica e particolare: il piacere.

La parola a Golden DinDin

“Com’è possibile unire arte culinaria e sessualità?”

Sembrano due mondi completamente diversi. In realtà, dalla notte dei tempi, il cibo è sempre stato associato al piacere. Ed è per questo che la sessualità, soprattutto vista oggi, si lega tantissimo al cibo. Si parla di cibo afrodisiaco, quindi connesso al piacere. Da un’analisi legata a questo tipo di emozione, entrambe le cose possono essere legate, perché bisogna lasciarsi andare, risvegliare i sensi di due settori e avere voglia di essere a volte anche ingordi. Tutto questo lega in modo molto stretto sessualità, alimentazione e cibo.

“Chi è veramente Simona?”

Secondo me Simona è un po’ tante donne, perché è stata educata in modo un po’ castrante dalla madre. La sua testa è stata riempita di troppi tabù ed è stata anche spaventata. Infatti ha un rapporto un po’ particolare con la bellezza, ha paura, ingrassa sempre, è sempre ad ascoltare gli altri e si fa troppo influenzare. Sembra una sfigata, ma in realtà è solo una donna che ha voglia di lasciarsi andare al piacere ma che viene un po’ trattenuta. Scopriremo in “Petto o coscia?” che Simona può trovare il coraggio attraverso vie differenti da quelle prospettate.

“Che cos’è l’esplorazione del diritto femminile al piacere?”

L’esplorazione necessita di curiosità in qualsiasi campo. Legata al diritto al piacere significa togliersi da quello che molte volte nell’educazione ha portato la donna alla negazione del piacere. Le è stato impedito cioè di vivere serenamente la propria sessualità, il desiderio e la voglia di prendersi cura del proprio corpo lasciandosi andare ai propri bisogni primari legati all’alimentazione, al respirare e a tutto ciò che ne consegue, ma anche all’essere libera, serena e al provare piacere. Quindi l’esplorazione è il percorso che può lasciar andare tutti i freni legati alla nostra educazione e alla paura, che come tema è molto attuale in “Petto o coscia” ed è molto attinente anche al mondo dell’esplorazione del benessere sessuale femminile.

“Quant’è originale uno spettacolo come questo nell’ambiente teatrale?”

Lo è perché unisce la musica al senso dell’udito. La comunicazione è legata alla sessualità che molte volte viene raccontata e presa in giro. Per me in questo spettacolo è originale anche il modo in cui viene trattato un corpo femminile che può essere facilmente preso in giro perché Simona non tratta il suo corpo come se fosse una dea o una diva, ma lo nasconde. Questo spettacolo vuole fare una comicità più costruttiva, quindi lo trovo originale in quanto non denigra, ma libera e toglie le costrizioni che molte volte vincolano il pubblico femminile sui classici cliché della bellezza.

E’ originale perché c’è una donna che si prende un po’ in giro, ma che in realtà si ama così com’è. Quindi parlare di sesso in quel modo e far vedere questa libertà è un modo per esorcizzare. E poi risveglia tutti i sensi e va a stuzzicarli: l’udito con la musica, il gusto con il cibo, il tatto con il modo in cui lei comincia a toccare. Non svelo molto, ma anche l’olfatto viene stimolato con un alimento particolare che non rivelo e che scoprirete venendo a vedere lo spettacolo.