Edoardo II o Il mondo intero per nemico è un’inedita riscrittura multidisciplinare del capolavoro di Christopher Marlowe, che ne evidenzia la bruciante attualità: un uomo re non per suo volere, vorrebbe unicamente vivere con il ragazzo che ama, ma la ragion di Stato, i nemici di sempre e perfino gli Stati esteri si oppongono a questa scelta.
Edoardo II o Il mondo intero per nemico è in scena al Teatro Out Off di Milano fino al 29 maggio. Tratto da Christopher Marlowe e diretto da Andrea Piazza, lo spettacolo vede protagonisti Giulia Amato, Fabrizio Calfapietra, Maria Canal ed Emanuele Righi.
A tu per tu con Andrea Piazza
A che tipo di scelta si trova di fronte Edoardo II?
L’Edoardo II è un capolavoro della storia del teatro non troppo rappresentato perché Marlowe è il grande rivale di Shakespeare, che è vissuto molto più a lungo e ha scritto dei grandi capolavori, quindi ha fatto passare Marlowe in secondo piano. L’autore riprende la storia di un re medievale inglese, Edoardo II, che diventa re all’improvviso quando il padre muore in guerra contro gli scozzesi e il primo gesto che fa come regnante è quello di richiamare a corte Gaveston, un suo amico d’infanzia nonché amante, esiliato dal padre che lo aveva mandato in Francia proprio perché non stesse a corte.
Questa scelta scatena la reazione di tutti in Inghilterra. I nobili del regno iniziano a coalizzarsi insieme per cacciare Gaveston. La regina d’Inghilterra e il re di Francia cominciano a opporsi al re che si trova di fronte a questa scelta: tenere fede ai principi della Corona, della ragion di Stato e del bene pubblico o inseguire il suo desiderio e la sua felicità individuale.
Siamo partiti da qui per il concept dello spettacolo sviluppato con Ciro Sancio, che ha curato l’adattamento drammaturgico e che ha portato a un doppio sviluppo dello spettacolo, perché rappresenta quello che sarebbe oggi Edoardo II. Ci siamo chiesti quali scelte farebbe e fino a che punto andrebbe avanti per tenere con sé Gaveston. Contemporaneamente proiettiamo un film storico in costume e totalmente muto, che però rappresenta la tragedia nel modo in cui Marlowe l’ha scritta e pensata. I due piani all’inizio scorrono paralleli, perfettamente incastrati e sincronici. Man mano che lo spettacolo avanza, Edoardo II nel 2022 inizia a perdere terreno, perché non riesce più a tener fede a quel tipo di promessa che ha fatto.
E’ una scelta totale e definitiva quella che deve fare?
Edoardo si trova di fronte a una scelta che va fino alle estreme conseguenze. Sceglie di far tornare Gaveston. Promette che o morirà o vivrà con lui e porta avanti fino in fondo questa decisione.
Responsabilità individuale e bene comune sono due concetti che vengono chiamati in causa in questo spettacolo?
Sì, hanno molto a che fare con il potere, con le nostre scelte e con il nostro modo di concepire le responsabilità. Questo è un progetto nato nel 2020 con tutto quello che è successo riguardo alla pandemia e alla situazione internazionale degli ultimi mesi. In questi due anni di lavoro ci ha messo di fronte alla differenza nel modo di comportarsi verso le responsabilità. Può essere una responsabilità di governo, economico-aziendale, sociale o familiare; però resta il fatto che si ragiona sempre meno per scelte che vadano fino in fondo e lo si fa sempre più per istanze e per elementi che possono cambiare di continuo. Gli uomini politici ne sono spesso la dimostrazione.
Perché viene osteggiato l’amore tra i due personaggi?
Questo è secondo me estremamente interessante, perché il testo di Marlowe non ruota intorno alla questione omosessuale. E’ un amore gay ma quello che dà veramente fastidio ai nobili, alle città e agli Stati esteri è il fatto che Gaveston sia un elemento estraneo, perché lui è un plebeo e quindi non può accedere alla corte e ai meccanismi di potere. Il fatto che qualcuno sorpassi la graduatoria del potere che i nobili pensavano di avere mette in crisi tutto il sistema. A questo si aggiunge il fatto dell’amore omosessuale e questo può essere ancora oggi un tabù nelle relazioni di potere e nel concetto stesso che abbiamo di Corona e di coppia regnante o governante.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Ippolita Aprile per la collaborazione
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