12 dicembre 1969: due amanti clandestini si danno appuntamento a Milano in Piazza Duomo come ogni giorno. In un’Italia in cui il divorzio non esisteva ancora e l’adulterio era considerato reato, riescono a scappare e a realizzare il loro sogno d’amore solo il giorno dell’attentato terroristico alla Banca dell’Agricoltura.
Piazza Fontana è un reading teatrale in scena al Teatro Linguaggicreativi di Milano solo il 12 dicembre, 49° anniversario della strage. Scritto dal regista Paolo Trotti e Simona Migliori, lo spettacolo si avvale delle letture della stessa Simona Migliori, di Amedeo Romeo, Michele Agrifoglio e Paolo Trespidi. Danilo Gallo al contrabbasso accompagna attori e spettatori nelle atmosfere musicali di quegli anni.
Quattro domande a Paolo Trotti
“Nessuno meglio di Alessandro Bertante, Gianni Cervetti, Piero Colaprico, Eugenio Finardi e Letizia Russo avrebbe potuto descrivere meglio quel giorno con i testi letti da Simona Migliori e dagli altri attori, è così?”
“Loro danno dei contributi storici, emotivi e personali molto importanti su una drammaturgia scritta da Simona Migliori e da me. Raccontiamo le vicende di una coppia di amanti nel 1969, quando la grande Storia si incrocia con quella piccola e la distrugge o almeno prova a farlo. Io ho chiesto dei contributi a loro, che sono stati molto gentili a regalarci una pagina di narrazione.”
“Puliti, educati, sembravano finti, sembravano proprio due santi dipinti.Che valore aggiunto ha dato la canzone Albergo a ore di Herbert Pagani?
“Racconta molto lo stato d’animo interiore dei due personaggi, che la legge sull’abbandono del tetto coniugale costringeva a far incontrare nei motel di nascosto dalla famiglia e da tutti. Non avevano una vita vera propria. La loro vita era quella pubblica e riuscivano a ritagliarsi piccoli momenti solo per loro due. Questo ha portato all’esplosione del loro desiderio di fuggire in concomitanza con l’esplosione della bomba di Piazza Fontana.”
“Gli esecutori materiali della strage sono ignoti. Franco Freda e Giovanni Ventura di Ordine Nuovo sono stati assolti nel 1987, così come Zorzi, Maggi, Digilio e Tringali nel 2001. Nel 2005 i parenti delle vittime hanno dovuto addirittura pagare le spese processuali. Oltre al danno anche la beffa è quindi un’affermazione riduttiva. Non bisogna dimenticare il clima di terrrore che si respirava in tutt’Italia nel 1969. In contemporanea a Roma scoppiarono tre bombe: una alla Banca Nazionale del Lavoro di via San Basilio e due all’Altare della Patria. Non furono attacchi mortali, ma causarono feriti e molti danni. Il vostro spettacolo ha l’obiettivo di mantenere viva la memoria storica quasi mezzo secolo dopo?”
“Sì, inoltre un ordigno non esplose per puro caso. È fondamentale per noi l’idea di tramandare – come si fa accanto al fuoco – il ricordo di una storia che ha segnato profondamente Milano e l’Italia. Le giovani generazioni vanno alla manifestazione il 12 dicembre come facevamo noi, ma il ricordo di quello che è avvenuto si è perso. Se in un liceo chiedi cos’è successo, lo sa solo uno studente su dieci. La strage di Piazza Fontana ha dato il via al periodo della strategia della tensione e poi agli anni di piombo.”
“Tu avevi due anni e mezzo all’epoca. Eri troppo piccolo per ricordarti qualcosa e ti hanno raccontato dov’eri quel 12 dicembre oppure è stato un fatto talmente grave che non hai dimenticato niente?”
“Ero a casa dei miei nonni perché i miei lavoravano e dovevano venirmi a prendere. E’ un fatto che ho ricostruito nel tempo parlando con i miei genitori e i loro amici. Loro sapevano esattamente dove si trovavano come noi ci ricordiamo l’11 settembre. L’impatto è stato lo stesso per Milano. L’Italia democristiana ha costretto i parenti delle vittime a pagare le spese processuali. Il nostro è un Paese che non riesce a uscire dal proprio passato, né a farci pace né a condannarlo. Noi vogliamo sottolineare la mancanza di ricordo istituzionale.”