Un ristorante alle porte di Parigi a conduzione familiare in crisi e un arrivo che potrebbe risollevare le sorti del locale. Una cena perfetta è in scena al Teatro Martinitt dal 30 novembre al 17 dicembre. Quando si sparge la voce che un critico si presenterà nel ristorante per una recensione, l’entusiasmo è alle stelle perché un articolo favorevole potrebbe scongiurare il rischio di chiusura. Ovviamente ogni pietanza dovrà essere più che impeccabile, ma inconvenienti, imprevisti ed errori sono dietro l’angolo. Daniela Morozzi, Blas Roca Rey, Nini Salerno, Ariele Vincenti e Monica Rogledi danno vita sul palco a una commedia divertente e dal ritmo scoppiettante, scritta da Sergio Pierattini e diretta da Nicola Pistoia.
La parola al regista Nicola Pistoia
“Non c’è solo la commedia, ma anche il problema attualissimo della crisi sullo sfondo, giusto?”
Assolutamente sì. Siamo di fronte a due coppie di amici che decidono di andare a Parigi e di aprire un ristorante. Tutto si svolge prima dei tragici fatti di Charlie Hebdo e del Bataclan. I quattro hanno la speranza di concludere qualcosa di buono e riescono nel loro intento, solo che gliene capitano un po’ di tutti i colori fino all’epilogo, che non rivelo perché è il colpo di scena finale dello spettacolo.
“La loro non è una crisi solo economica, è così?”
No, però siamo di fronte a persone pulite e pure. Per me, gente così ce la farà sempre a svoltare e a ricominciare da capo. Innanzitutto la moglie del personaggio interpretato da Blas Roca Rey è incinta e quando c’è di mezzo un bambino nutriamo sempre la speranza che il mondo sia migliore.
“C’è anche un po’ di amarezza oltre alla comicità?”
Sì, ma è l’amarezza di cui è fatta la vita reale di tutti i giorni. In questo l’autore Sergio Pierattini è stato bravissimo, perché è la sua prima commedia. Quindi ci ha messo una serie di ingredienti, non solo della cucina, che fanno parte della vita e che vanno dal tragico all’ilare. Lo spettacolo va benissimo proprio per questo: perché sono personaggi completi, a tutto tondo. Questa è la cosa bella della commedia.
“Quali sono i valori più importanti che vengono messi in risalto in questo spettacolo?”
L’amicizia, il rispetto e gli errori commessi in buona fede per aiutare l’altro a risolvere un problema di lavoro. Sono persone che dicono le cose in faccia, quindi non c’è ipocrisia. I personaggi sono libri aperti, tra di loro c’è la voglia di volersi bene e di continuare a condividere un progetto. Poi, se dovesse andare male, ognuno prenderebbe la sua strada a proprio rischio e pericolo, ma sono persone che non pugnalano nessuno alle spalle.