“SABBIE MOBILI”, STORIA DI UN SODALIZIO ARTISTICO IN CRISI

Il Teatro Martinitt di Milano presenta fino a domenica 28 gennaio Sabbie mobili. Scritto dal quartetto di autori formato da Alessandro Benvenuti, Paolo Aicardi, Nino Formicola e Claudio Pistarino e diretto dallo stesso Alessandro Benvenuti, lo spettacolo vede protagonisti Roberto Ciufoli, Max Pisu e Giancarlo Ratti.

Metti un sodalizio in crisi, una nuvola nera, un atterraggio d’emergenza e un cactus abitato da una strana creatura… Sono gli ingredienti, mescolati con divertente azzardo, di una situazione oltre la realtà, l’unica in cui i protagonisti trovano forse il coraggio di affrontare la loro vita. Due comici di successo non vanno più d’accordo, i loro rapporti sono ormai logori e la loro collaborazione è agli sgoccioli. Hanno tutto ma non lo apprezzano. Solo quando sembreranno perdere ogni cosa, si smarriranno nel nulla, saranno preda della nostalgia. Disorientati dal niente esistenziale in cui li ha condotti questo inatteso viaggio alla ricerca di se stessi, aneleranno di nuovo all’armonia.

Cinque domande a Max Pisu

“Sarà il destino qui a decidere per i protagonisti?”

“No, non è il destino, perché un po’se lo cercano, questo destino alla fine. E’ una ricerca di due persone che si sono perse metaforicamente in un deserto, ma soprattutto nella vita. Quindi sta soprattutto al personaggio di Biagio, che sarebbe il mio, cercare di far ritrovare l’armonia a queste persone, a farli tornare d’accordo e amici”.

“E’ molto forte la dimensione del sogno in questo spettacolo, giusto?”

“Alla fine non si capisce bene se è un sogno. Il pubblico a volte pensa che siano addirittura morti, che siano in paradiso e che io sia un angelo. Gli spettatori cercano di capire, poi alla fine trova un senso e lo dà, ma non è un sogno”.

“Quanto sono assurde le situazioni che si presentano nel corso dello spettacolo?”

“E’ tutto assurdo, alla fine si parla di niente, quindi è tutto inventato. C’è solo il pretesto di far ritrovare l’amicizia a due persone”.

“Quant’è importante il linguaggio del corpo in questo spettacolo?”

“Tanto, perché non è uno spettacolo di battuta. Non è cabaret, non è la classica comicità. O meglio, è uno spettacolo dove si incontrano tutti i tipi di comicità: quella fisica e quella delle battute. Ci sono la storia e la situazione, che fanno ridere perché sono paradossali. E’ uno spettacolo che va a esplorare la comicità in generale”.

“Lo spettacolo è dedicato a Zuzzurro, che è scomparso circa quattro anni fa. E’ un omaggio a lui?”

“E’ un omaggio a lui. Sicuramente per Nino Formicola portare in scena questo spettacolo è stata una bella emozione e lo è stata anche avere a fianco un’altra persona, in questo caso Roberto Ciufoli che è bravissimo. A volte Nino dice che durante la scena gli sembra di rivedere Andrea, quindi penso che questo sia abbastanza particolare per lui. Noi abbiamo vissuto questa cosa da esterni e da spettatori prima. Ora riportare in scena questo spettacolo è un piacere anche per noi, perché in qualche modo riportiamo in scena Andrea”.

(intervista e riprese video di Andrea Simone)