CON CORRADO D’ELIA LA POESIA DIVENTA VITA

E se ci accostassimo alla poesia come si fa con un cibo, un indumento o un gesto quotidiano? Qualcosa che è sempre intorno a noi, che fa parte della nostra vita e che tocca solo a noi saper notare e scegliere. Una vera e propria “arte del vivere”. Poesia come manifesto dunque. E come scelta. Come antidoto alla banalità, alle volgarità, all’ovvio e al degrado cui siamo tenuti ad assistere ogni giorno. Poesia, la vita, scritto, diretto e interpretato da Corrado d’Elia debutta in prima nazionale il 3 maggio al Teatro Leonardo di Milano, dove rimarrà in scena fino a domenica 13.

Quattro domande a Corrado d’Elia

“Qual è il modo giusto di avvicinarsi alla poesia?”

Innanzitutto avere un ascolto su di sé, tenere gli occhi e l’anima aperti. La poesia non è qualcosa che incontriamo, dobbiamo un po’ andarcela a cercare. Quindi serve essere attenti, avere occhi asciutti e coraggiosi. La poesia è in ogni cosa che viviamo, è il come si vivono le cose. Perché altrimenti il “cosa” è l’oggettivo. Alla fine sta a noi guardarle in un altro modo e la poesia c’è. E’ ovunque.

“Perché la poesia non chiede, non si mostra e non invade?”

Perché la poesia ha la dote della discrezione e non vuole mettere dei cartelli. Come la bellezza, come i fiori preziosi, come i tesori, come l’amore, non mette cartelli. Questa è una cosa meravigliosa della vita.

“E’ giusto definire questo spettacolo un percorso emotivo?”

Assolutamente sì. Nasce come un percorso emotivo e personale. Ho scelto una serie di liriche che raccontano di me e della mia vita. In qualche modo parlo con le parole di altri per raccontare di me. La poesia è un pozzo di emozioni: ogni volta che dico dei versi io guardo dentro di me e mi perdo. Questo spettacolo è uno dei miei album in cui parlo della mia vita e di come io ho scoperto la poesia, innestando una serie di liriche che in parte raccontano la mia vita e in parte arrivano anche da un lavoro col pubblico, perché tanti mi hanno segnalato di avere scoperto un mondo condiviso meraviglioso.

“Perché la poesia trova nella riservatezza uno dei suoi momenti di più alta espressione?”

Perché la riservatezze è poesia. Pensate al mondo in cui viviamo, che è la negazione della poesia e spesso della parola. Quando la parola si fa poetica? Venite e scopriamolo insieme!

(intervista e riprese video di Andrea Simone)