La Confraternita del Chianti è una compagnia teatrale fondata da Chiara Boscaro e Marco Di Stefano specializzata in drammaturgia contemporanea e progetti culturali interdisciplinari. Fino al 9 maggio porta in scena al Teatro della Cooperativa Propaganda, uno spettacolo dedicato alla loggia massonica più famosa d’Italia, la P2 di Licio Gelli, l”organizzazione criminale italiana coinvolta negli anni ’70 e ’80 in numerosi fatti di sangue, tra cui l’attentato al treno Italicus dell’agosto 1974.
Scritto da Chiara Boscaro e Marco Di Stefano che ne è anche il regista, lo spettacolo vede protagonisti Valeria Sara Costantin, Marco Pezza, Andrea Pinna, Domenico Pugliares e Valentina Scuderi.
Parlano Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
“Qual è stato il contributo di Renato Seregni e Giuliano Turone, che hanno fornito la loro consulenza?”
“Renato Seregni ci ha messo in contatto con Giuliano Turone, uno dei due giudici che assieme a Gherardo Colombo ha scoperto le liste della P2 a Castiglion Fibocchi. Di fatto ci hanno guidato un po’ in quella che poteva essere l’idea di uno spettacolo sulla P2. Abbiamo fatto insieme una serie di incontri durante i quali si è discusso di quale fosse il modo migliore per raccontare questa storia. Giuliano si è occupato in particolar modo di revisionare il testo scritto da un punto di vista legale e della correttezza delle informazioni relative alla storia della P2 e a quella dei processi legati alla loggia massonica. Ci ha indicato quali erano i giusti nomi dei reati contestati o per i quali alcuni esponenti della P2, e in particolar modo Licio Gelli, sono stati condannati. Quindi ci ha anche tutelato da un punto di vista della correttezza delle informazioni.”
“Su quali altri documenti storici vi siete basati?”
“Noi abbiamo lavorato in particolar modo su un libro di Giuliano, Il caffè di Sindona e sui diari redatti da Tina Anselmi, che ha guidato la commissione d’inchiesta parlamentare sulla loggia massonica P2. Queste sono le principali fonti scritte su cui ci siamo basati.”
“C’è spazio pure per la leggerezza, perché nello spettacolo sono protagoniste anche le canzoni sanremesi. Quali avete scelto e che ruolo hanno?”
“Sono scritte ad hoc, noi le chiamiamo sanremesi nel senso che hanno un tono pop e spesso canzonatorio nei confronti dei protagonisti e soprattutto del modo di pensare italiano. Oltre ai brani musicali c’è anche un’altra parte di materiali: i cosiddetti episodi di piduismo quotidiano con i quali noi stigmatizziamo alcuni dei comportamenti della società in cui viviamo. Quindi sia le canzoni sia questi brevi pezzi molto divertenti vanno in quella direzione.”
“In un’intervista a Licio Gelli, Maurizio Costanzo gli chiese che cosa volesse fare da piccolo e Gelli gli rispose “il burattinaio”, aggiungendo che “è sempre meglio fare il burattinaio che il burattino”. Basta questa frase a raccontare un personaggio così discutibile?”
“No, però credo che sia identificativa del suo modo di pensare. Chiaramente noi andiamo un po’ più in profondità e raccontiamo gli aspetti di Licio Gelli più sconosciuti ai più, perché tutto il percorso di scoperta e di inchiesta sulla P2 ha portato alla luce molte cose, che però la maggior parte degli spettatori non conosce che sono anche piuttosto curiose, oltre che terribili.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Bianca Villa per il supporto professionale