Una commedia sull’attuale crisi economica che non fa sconti a nessuno, in cui l’autore si diverte con grande classe a ridicolizzare il valore che diamo al denaro di fronte alla valenza scarsa che attribuiamo agli esseri umani. Un uomo cerca di ottenere un piccolo prestito “in maniera onesta” da una filiale bancaria. La somma richiesta è per lui di vitale importanza, ma il direttore della filiale gliela rifiuta.
Il prestito di Jordi Galceran è in scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 16 ottobre. Adattata nella versione italiana da Pino Tierno, la commedia è diretta da Giampiero Solari e vede protagonisti Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti.
Parlano Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti
Quanto sono paradossali ed esilaranti le situazioni in cui vengono coinvolti i due protagonisti?
Gianluca Ramazzotti: Sono molto vere. Galceran scrive in maniera molto contemporanea e del tutto credibile. Per cui dobbiamo restituire questa credibilità e anche, paradossalmente, quello che potrebbe accadere a qualsiasi personaggio che s’imbatte nei meccanismi molto “trameschi” del prestito bancario. Da questa situazione Galceran parte e si sposta sulla condizione umana: da un episodio banalissimo, quello di una persona che chiede un prestito, si arriva allo sgretolamento delle condizioni umane dei due personaggi e del mondo che li circonda, soprattutto il direttore.
Pino Quartullo: Il più “sgretolato” sono io, perché Gianluca all’inizio sembra la vittima. Viene infatti a chiedere il prestito e io in maniera molto severa gli dico che non posso concederglielo. Poi lui presenta argomenti con i quali un po’ bluffa e un po’ no. Io non so bene fino a che punto bari, ma questo innesca una catena di eventi imprevedibili con il quale il pubblico si diverte molto perché mi vede crollare sempre più, quindi ride. Dunque tutti quelli che hanno bisogno di un prestito, venendo a teatro a vederci, possono scoprire come ottenerlo. Vi spiegheremo tutto ciò che potreste fare per distruggere un direttore di banca!
Perché i due protagonisti hanno un atteggiamento allo stesso tempo logico e assurdo nei confronti del denaro?
Pino Quartullo: (ride) La vita è sempre assurda e logica!
Gianluca Ramazzotti: Lo spettacolo è molto vero. Fa parte del quotidiano che Galceran scandaglia mettendoci sopra una lente d’ingrandimento e facendo scoppiare una bomba all’interno di un percorso normalissimo e molto banale. E’ questa l’assurdità dell’azione che il mio personaggio compie, della reazione di quello di Pino, della sua azione e della mia reazione. E’ un gioco continuo di azione-reazione! Ci sono un ribaltamento reiterato e un pieno rovesciamento della forza del dialogo. E’ pazzesco!
Pino Quartullo: E’ tutto molto reale, non è una commedia in cui si esagera. E’ qualcosa che può veramente succedere a tutti. Per questo l’autore è stato molto bravo a raccontare realisticamente una situazione logica ma allo stesso tempo folle. A volte la vita supera un po’ la fantasia. In questo spettacolo succede la stessa cosa.
E’ giusto dire che il bello di questa commedia è che non dà giudizi morali né di denuncia al sistema, ma che fotografa semplicemente una situazione sociale ed attuale?
Gianluca Ramazzotti: Sì. Non c’è moralismo. E’ una commedia dai tanti temi: la solitudine, l’aspetto sociale, il divertimento dei problemi di coppia. E’ un approfondimento sulla natura umana.
Pino Quartullo: Non ci sono il buono e il cattivo, perché ci alterniamo nei ruoli. Da Shakespeare in poi i personaggi più belli non sono quelli tutti neri o tutti bianchi, ma come succede nella vita, una persona può essere un po’ cattiva e un po’ severa, ma al tempo stesso si scopre poi che è anche buona e generosa. In questo caso il migliore sono io. Invece il personaggio di Gianluca se ne approfitta: quando vede che io sto cadendo, infligge ancora più colpi, senza pietà, fino alla fine.
Si dice che l’argomento denaro rischia a volte di diventare volgare. Invece il tema viene affrontato nel testo di Jordi Galceran e nella versione italiana di Pino Tierno con grande classe. E’ così?
Gianluca Ramazzotti: E’ un argomento universale: parla della condizione umana. E’ un testo fortunato, nel senso che tiene il pubblico inchiodato per un’ora e quaranta, perché gli spettatori partecipano emotivamente come se stessero anche loro dentro alla filiale di una banca dove avviene la vicenda. Tutto è un po’ rarefatto, ma quello che succede è concreto. Sono dinamiche che il pubblico riconosce perché le ha vissute o le ha viste vivere. E’ un codice verso il quale gli spettatori sviluppano un senso di appartenenza: all’inizio sembrano stare dalla mia parte, poi passano da quella di Pino, poi tornano da me. Questi rovesciamenti drammaturgici sono estremamente efficaci.
Pino Quartullo: I soldi, la fame, l’amore e il sesso sono sempre stati gli elementi di base di qualsiasi storia, perché la vita gira sempre intorno ai bisogni economici e a quelli di sopravvivenza. Per far partire una trama, all’inizio servono fattori che la scatenano. Quindi le necessita economiche e quelle di sostenersi sono protagoniste, ma qui lo è anche l’amore, perché si sviluppa una storia sentimentale che esplode con mia moglie per colpa di Gianluca. Anche questo è un bel tirante di tutta la commedia e chi verrà a vederla lo scoprirà!
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Federica Zanini per la collaborazione
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